domenica 15 aprile 2012

La solitudine

La solitudine no. Quella ci casca addosso. La subiamo… Perché non basta un sorriso per essere accettati. Non basta essere “adatti”. Non basta sforzarsi…
È difficile aprirsi una strada nel cuore della gente. Quando succede, è il cielo che si squarcia. È il mistero dell’amore. Che accade quando meno te lo aspetti…
“Io sono qui, tu dove sei?” Lo si legge sul viso di chiunque. Lo si indovina nello sguardo rassegnato e stanco. Lo si incrocia per caso nell’angolo buio delle strade…
Nessuno si salva da solo… Ma è sempre da soli che si può imparare ad accudirsi…

sabato 7 aprile 2012

Perché scrivere? Cosa sono le parole?

Anche se poi, quando si scrive, non ci può solo accontentare di “gettare” a casaccio le parole sulla carta. Perché la scrittura è anche tanto esigente. E allora non tollera gli strafalcioni, la fretta, la mancanza di cura…
Si scrive per lasciare una traccia. Per dire quello che conta veramente. Per trovare le parole adatte. Per colmare un vuoto. Per farsi capire. Per non lasciare che il tempo cancelli i ricordi…
Si scrive perché le parole danno un senso a quello che si vive e che si percepisce. Permettono di ritrovare il filo perso. Aggiungono un tassello al puzzle dell’amore. Anche quando urlano la collera o il dolore. Anche quando rileggendole ci deludono. Anche quando nessuno ha voglia di ascoltarle…

sabato 3 marzo 2012

Stabat Mater, di Tiziano Scarpa
Vincitore del Premio Strega 2009

Ho terminato da poche ore la lettura dell'avvincente libro di Tiziano Scarpa, Stabat Mater, appunto.
Il romanzo narra la storia di un'orfana cresciuta nell'Ospedale della Pietà a Venezia, negli anni in cui arriva come maestro Antonio Vivaldi. La lettura è affascinate, ancor più per chi musicista come me, ha suonato centinaia di volte i concerti di Vivaldi e ne conosce anche la storia. Immedesimarsi in questa giovane Cecilia, (nome a caso? che rimanda alla Santa patrona dei musicisti?) che nella musica riesce a trovare il conforto alla solitudine, alla profonda tristezza interiore, all'abbandono da una madre che non incontrerà mai e a cui le vuole riversare tutti i perchè, mi ha fatto riflettere sulla profondità della musica. La giovane scrive incessantemente lettere alla madre, di notte, in profonda inquietudine, alternando i racconti della giornata a presagi di morte. Crescendo si rende conto di quanto l'Ospedale-orfanotrofio sia una prigione dorata. le fanciulle sono preservate dal conoscere la realtà a loro circostante, impedendo sia di apprendere il male sia di provare emozioni e sensazioni forti. Quando un giorno un'insegnante spiega ad un'allieva esterna, nobile, come suonare con "impeto", la ragazza tramuta il termine in "passione sentimentale". Cecilia ne è sconvolta! Ella non sa cosa sia provare passione per qualcuno. Per lei è nota solo la Passione di Gesù...
Un altro passaggio molto interessante è come l'autore riesca a tradurre in un linguaggio semplice e piacevole le innovazioni stilistiche portate da Vivaldi: dalle Sinfonie in tre movimenti, all'imporre di suonare il violoncello alle ragazze nella posizione attuale, ritenuta molto sconveniente, alla musica descrittiva delle Stagioni e di tutto il Cimento dell'Armonia.
"La musica di don Antonio entra dentro i nostri occhi, impregna le nostre teste, ci fa muovere le braccia."
E per chi ha affermato che Vivaldi ha scritto 250 volte lo stesso concerto, Tiziano Scarpa fa dire al prete rosso:
Sembra uguale. La linea melodica è la stessa, anche il ritmo, ma ho voluto vedere cosa succedeva se invece di affidare questa melodia al violino la facevo fare ad un oboe [...] Non bisogna lasciare che le cose accadano soltanto dentro di noi. Dobbiamo aiutarle a venire al mondo meglio che possiamo, ripensarle, riscriverle, suonarle diversamente.
-Le uniche cose che la musica è in grado di imitare sono le nostre idee. Dobbiamo avere l'umiltà di farci capire. Dobbiamo usare la nostra complicazione per tirarne ingegnosamente fuori la semplicità"

venerdì 24 febbraio 2012

Il giovane Montalbano, quando sfruttare male l'onda del successo.

Ho seguito ieri sera la prima puntata della nuova mini-serie che ha come protagonista il "giovane Montalbano". Credo di raccogliere una opinione comune di molti telespettatori fortemente delusi da tale programma. Di Zingaretti ce n'è uno solo. Infatti di sicuro l'attore ha saputo incarnare e interpretare con personalità il commissario siciliano di Camilleri e come tutti i sequel o i remake trovare un sostituto è certamente difficile.
Di certo è stato saggio creare questo periodo "storico" nuovo piuttosto che avventurarsi in attori alternativi e seguire gli errori delle soap opera. Incuriosisce sapere cosa e chi c'era prima di Fazio, Augello, Catarella...
Il "giovane" attore Michele Riondino, a mio parere, a fatica regge il confronto inevitabile col suo predecessore ma anche con l'immaginario che ciascun lettore si fa del commissario attraverso la lettura dei romanzi.
Risulta fiacco, poco convincente, sagace ma troppo poco magnetico. Anche gli attori coprotagonisti sembrano quasi una caricatura dei precedenti, come quando in un teatro amatoriale cercano di scimmiottare i grandi attori.
La sceneggiatuae ricalca  le precedenti ma senza quell'incisività e suspense necessaria ad un telefilm "giallo". Speriamo nei prossimi, che dire?

L'orecchio di Dioniso - il nuovo blog: Nel foyer del Petruzzelli va in scena L'"Emiliano ...

L'orecchio di Dioniso - il nuovo blog: Nel foyer del Petruzzelli va in scena L'"Emiliano ...: Quello che improvvisamente alle 12.30 di ieri, con un preavviso di un paio d'ore da parte dell'ufficio stampa della (quasi)commissariata Fon...

giovedì 23 febbraio 2012

"Volevo essere una farfalla" di Michela Marzano. Edizioni Mondadori 2011.

Nella mia città ci sarà presto la presentazione di questo magnifico libro.
Ne ho intrapreso la lettura dopo averne visto la pubblicità sul sito dell'associazione che ne organizza l'incontro.Ho divorato il libro in pochissimi giorni, ora lo ricomincio per assaporarne i suoni.
Tratta della vita difficile della scrittrice, filosofa affermata e docente a Parigi all'Università de La Sorbonne. Una vita, diversamente da come si può pensare, non difficile nel raggiungere i suoi sogni, non proveniente da classe umile che ha dovuto affermarsi, ma difficile nel "rispettare" le richieste degli altri. Fare ciò che gli altri si aspettano è una componente molto forte nei disturbi della persona, essere fortemente influenzati dalla società, dalla famiglia, dall'ambiente circostante infierisce tanto nella tua personale volontà da riuscire a portarti molto lontano da ciò che che veramente sei e vuoi fare.
L'autrice ha sofferto di anoressia, un sintomo, come lei lo definisce e non una malattia. Chi ne soffre deve andare a fondo a scoprire quali siano le vere cause, cosa porta una ragazza "che ha tutto, che riesce in tutto ciò che si prefigge" ad arrivare a tanto? E questo è il vero problema: conquistare una posizione, o meglio quella posizione è ciò che lei vuole o ciò che vogliono gli altri? Lo fa per se' o per non deludere? E di certo sono interrogativi che in molti ci siamo sicuramente posti nel corso della vita. In  periodi particolari, credo,  che alcune  scelte o comportamenti siano fatti per non dire "no", perchè ti accorgi che i tuoi ripongono in te fiducia, aspettative, investimenti economici e mai potresti affrontare la delusione nei loro occhi.
Tanti sono i punti profondi che l'autrice tocca nel suo libro, scritto così come le vengono in testa le idee, a "pennellate veloci", a saltafossi, direbbe una prof di italiano, ma con una forte volontà di "fare di testa mia, e seguire la mia musica interna". Ecco: la volontà è ciò che caratterizza questa ragazza studiosa, precisa, determinata negli studi e nella professione, diventata donna forte, volitiva, decisa ad affrontare il suo malessere e a prendere fortemente in mano la sua vita. A lasciar entrare nella sua vita le emozioni, le contraddizioni e i difetti. Accettarsi per quello che si è. Essere indulgenti con se stessi e perdonarsi.
Ed è questa la vera forza d'animo: avere la testa nel cuore e il cuore in testa.

Presentazione

Salve a tutti.
Comincio oggi questa avventura nel BlogPensiero. Ho sempre registrato mentalmente o su carta le mie considerazioni, riflessioni, agitazioni. I tempi corrono e devi inseguirli. Quindi eccomi qui. Da oggi si va!
Non so se avrò così tanto tempo per seguirlo. Ci proverò, anche perchè con la tecnologia non ho così tanta dimestichezza!