venerdì 18 settembre 2015

Le fragili attese di Mattia Signorini

Mi ha molto incuriosito il titolo e la copertina di questo romanzo che ho potuto leggere quest'estate.
Le fragili attese ha risposto pienamente a questa mia curiosità. Già il titolo lasciava spazio a varie ipotesi, attendere cosa? e poi ogni attesa può essere fragile? perché l'attesa stessa si disintegra quando si palesa l'evento in sé? ogni attesa è forse più ricca e trepidante dell'evento stesso?
E così che grazie alle edizioni Marsilio, ho potuto leggere questo bel romanzo italiano.
Italo è il proprietario della pensione Palomar a Milano. Ormai ottantenne decide di chiudere definitivamente il lavoro e smantellare la pensione. La sua vita si è svolta li dagli anni in cui si è traferito. Non è mai andato oltre il quartiere della pensione, dal momento in cui vi ha messo piede.


La narrazione è sapiente, l'autore ci fa entrare dolcemente ma con grande sensibilità nella sua vita. Italo è sopravvissuto alla grande inondazione del Po e si è trasferito a Milano dopo aver perso davvero tutto, casa, lavoro, amici e la sua donna. Non riesce a sopravvivere al costante dolore e al rimorso di non aver corso abbastanza per salvarla.
Così a Milano cerca un lavoro in fabbrica come tutti gli emigrati al nord. Il caso vuole che alloggi presso una pensione il cui proprietario intende cedere e ritirarsi in pensione e dopo aver cercato invano lavoro altrove, Italo decide di rilevare l'attività.
Con qualche ammodernamento e restauro Italo inaugura la nuova pensione Palomar, nome preso da un articolo di giornale nel quale si parlava del famoso osservatorio in America.
La sua vita scorre tranquilla nella gestione della pensione che gli permette di conoscere tanti clienti, tante vite, tante storie e racconti senza né viaggiare e né spostarsi dal bancone all'ingresso.
Molto discreto, solitario e semplice, Italo attraversa la vita senza grandi impennate né entusiasmi. Non ha mai avuto una donna dopo il suo grande e perduto amore ma un girono si imbatte in un fascio di lettere ripescate da un cassonetto. Sono scritte da una donna, negli anni '50 e dedicate ad un amore, ad un uomo che (andando avanti nella lettura) non si è mai accorto di lei rendendo questo un amore impossibile. La curiosità, il tanto trasporto di questa donna fanno risvegliare ad Italo i suoi sensi sopiti. Cerca di indagare e di risalire a questa fantastica giovane così tanto innamorata finché la soluzione lo lascerà allibito.
In queste ultime settimane di apertura, alla pensione alloggiano Guido, un professore d’inglese che deve insegnare a parlare a una bambina muta; Lucio Ormea, un uomo alla ricerca del padre che non vede da quando era piccolo; Il generale in pensione Adolfo Trento, convinto che la soluzione di ogni pace stia nella guerra; Ingrid, un'arpista con il polso spezzato che lavora come cassiera al supermercato e di notte si accompagna a uomini conosciuti per caso; e infine la domestica Emma, che ha fatto della Pensione Palomar la sua casa da ormai troppo tempo. Attorno ad essi ruotano storie e situazioni familiari, personali e lavorative complesse. Storie nella storia. Si aprono stanze (d'albergo) come matrioske, ogni porta conduce ad una vita pur ritornando sullo stesso corridoio.
Mi ha molto colpito questo romanzo lasciandomi, dopo la lettura, qualcosa di insoluto nelle vite dei protagonisti, ritrovandomi spesso a fantasticare sul seguito delle storie. Tutte hanno come filo conduttore, a mio avviso, l'incomprensione e l'amore inespresso, la solitudine e il non affrontare la verità anche se dura.
Un libro contemporaneo, ligio e netto con una scrittura lineare, chiara e al tempo stesso dettagliata.
Un romanzo che riesce a far comprendere che l'attesa non è sempre foriera di buone notizie, spesso occorre anche superarla e intraprendere una strada pur di non subire l'ennesima delusione.

 Mattia Signorini è nato nel 1980 e ha vinto il Premio Tropea nel 2010. Le Fragili attese è stato tradotto in Sudamerica, Europa e Israele.
Ringrazio Marsilio Editori