mercoledì 25 maggio 2016

Mare nero

di Gabriella Genisi, ed.Sonzogno

 


Dopo circa un anno dallo scorso romanzo Spaghetti all'Assassina ho atteso con curiosità l'uscita di Mare nero. Seguo Gabriella Genisi su Facebook, e anche se non ci conosciamo personalmente, (spero capiti almeno in una presentazione di incontrarci!!), l'amicizia virtuale mi ha fatto conoscere ogni momento del suo lavoro di scrittura.
Anche in Mare nero la protagonista è il commissario Lolita Lobosco, ormai personaggio consolidato della scrittura della Genisi. In questo romanzo il commissario deve affrontare un caso di doppio incidente subacqueo che riguarda due fidanzati Luca e Marianella. Naturalmente l'incidente è in realtà un doppio omicidio e il lavoro della Lobosco è come sempre minuzioso. Interessante è la seconda parte del romanzo, in cui, partendo dal caso dei due ragazzi, il commissario si ritrova a scandagliare i fondali del porto di Bari per far luce e soprattutto far riaprire indagini su disastri navali. In pagine giornalisticamente molto accurate, Gabriella Genisi fa emergere casi insabbiati di rifiuti tossici trasportati nell'Adriatico e misteriosamente sepolti in mare a seguito di affondamenti inspiegabili.
A partire dal dopoguerra sono denunciati casi di navi militari o appartenenti a Società di navigazione che per strani incidenti si ritrovano nei nostri fondali, al largo di Vieste, Bari, Molfetta, (Alessandro I affondata nel 1991), Monopoli, Torre Canne, Brindisi, Otranto, Gallipoli, Porto Cesareo.
Tutte queste trasportavano rifiuti tossici, petroliferi o radioattivi e mai "il governo centrale o regionale hanno adottato alcun provvedimento di messa in sicurezza e bonifica a tutela delle acque territoriali e della salute della popolazione che spesso si nutre con il pescato della zona".
Come sempre il commissario Lolita sa il fatto suo e nonostante l'estate che non accenna a finire, nonostante i suoi collaboratori abbiano spesso bisogno di qualche tirata d'orecchie, riesce a risolvere i casi in modo inappuntabile.

La critica
Si può affermare che Gabriella Genisi si conferma una bella penna, sempre con il taglio ironico ma profondo.
La sua abilità nel tratteggiare il personaggio del commissario si fa più acuta in ogni romanzo, rimarcando caratteristiche e comportamenti peculiari, ormai suoi marchi di riconoscimento e aggiungendovi sempre qualche nuova sfumatura.
Pur essendo una bella donna in carriera, il commissario ha le sue turbe e insicurezze legate all'età che avanza (è giunta ai fatidici 40!), agli uomini che scarseggiano, o che sono tutti da evitare, pur consolidando le sue certezze. Il legame d'amicizia con Marietta è sempre forte e un porto sicuro e la sua famiglia sono una roccia solida cui fare rifornimento di energie e affetti e poi c'è Bari.
La città è protagonista come gli altri personaggi. Nel romanzo si respira l'aria fresca del mare, del vento, della salsedine, oppure l'afa e gli odori di cucina. Tutte le pagine sono intrise di baresità, di legame con la terra, con la natura, con le tradizioni. Tornare alla terra e alle origini vuol dire avere chiaro il proprio posto nel mondo. Amare la propria storia e tradizioni vuol dire saperli riproporre e gustare in cucina. Ed infatti è nota la passione di Lolita per la cucina. Non c'è giornata, anche la più terribile ed estenuante che non si concluda preparando qualcosa di gustoso. Simpatiche sono le pagine sul rito della preparazione in famiglia dei panzerotti a Bari (ma anche in Puglia) e sull'origine delle orecchiette.
Stavolta c'è anche un coup de theatre, inserendo tra i protagonisti due personaggi famosi di altri romanzi  gialli....ma non vi svelo chi sono!
Il romanzo esce domani, 26 maggio e seguiranno una serie di incontri di presentazione in giro per l'Italia. Non perdete l'occasione di leggerlo e incontrare l'autrice. Chissà che non vi faccia anche assaggiare qualcuna delle sue specialità....ops di Lolita!

Ringrazio Sonzogno- Marsilio per la copia in anteprima e perseguire Gabriella Genisi cliccate su FB: LolitaLobosco/ Gabriella Genisi
Annalisa Andriani


lunedì 23 maggio 2016

La vita a rovescio

di Simona Baldelli, Giunti editore


E' stato presentato il 18 maggio 2016 presso la Libreria Il Ghigno di Molfetta (Ba) il nuovo romanzo di Simona Baldelli. Un posto sommerso di libri, posti con ordine ma non freddamente catalogati, edizioni nuove si affiancano a classici d'autore, infanzia e saggistica si contrappongono solennemente.

Già conosciuta come attrice, sceneggiatrice e autrice Simona Baldelli si conferma una grande scrittrice nel panorama italiano, ma anche internazionale. Infatti il suo primo romanzo Evelina e le fate finalista al Premio Calvino è stato venduto per la traduzione anche in Spagna.

Ho conosciuto l'autrice due anni fa in occasione della presentazione del romanzo Il tempo bambino, in cui seguendo il filo rosso del tema dell'infanzia violata e negata, ho diretto l'Orchestra Giovanile "Gabriella Cipriani" composta da giovanissimi musicisti bambini. Con trepidante attesa ho accolto il nuovo romanzo La vita a rovescio che introduce una storia vera accaduta nel 1735 e romanzata sapientemente.

La trama
Caterina Vizzani è una popolana, figlia di un legnaiolo, ragazza bruttina per giunta sfigurata dal vaiolo, comincia a dodici anni ad avere i primi turbamenti sessuali. E' una ragazza sveglia, sa scrivere e far di conto e aiuta il padre a rendicontare il lavoro. Questa intraprendenza però non è certamente vista di buon occhio dal vicinato, dal parroco, dalle altre donne che non la valutano certo come donna da marito. Troppo sfrontata, troppo sicura e con un comportamento che non sia addice al ruolo di moglie. Caterina, per assecondare i desideri della madre e del parroco, comincia a frequentare un corso di cucito e ricamo, più consono ad una ragazza piuttosto di una bottega impolverata.
In queste réunion Caterina conosce Margherita, eterea e fragile, figlia di un notissimo avvocato romano legato alla Santa Sede con la quale diventa subito complice. Ma tra le due ragazze non è semplice amicizia; leggendo le avventure di Fiordispina e Bradamante dell' Orlando furioso, scoprono la loro vera natura ed essenza, il loro amore si palesa e dichiara. Dopo qualche momento di euforia e sotterfugi, le ragazze sono scoperte dalla madre di Margherita che minaccia di morte e stregoneria Caterina.

Siamo sempre nel '700, e seppur i genitori di Caterina hanno capito la sua indole e l'accettano pur mettendola in guardia sulla sua spregiudicatezza, la ragazza è costretta a fuggire. Dopo vari nascondigli, in una bettola con una prostituta, Caterina scopre di essere invasa dai pidocchi e come extrema ratio si rasa i capelli. Improvvisamente si scopre uomo, anche piacente e con questo travestimento comincia la sua nuova vita. La svolta è avventurosa e in salita. In otto anni, Giovanni Bordoni, il nuovo nome di Caterina, da stalliere diventa fiduciario di un signorotto gestendo terre e uomini. Una frase ricorre a leit-motiv nel romanzo "gli uomini sono i padroni del mondo". Essi ragionano di politica, di economia, di religione. E di sesso. Essi prendono ciò che vogliono e quando lo desiderano. Non c'è posto per le donne nel mondo, tanto più per le donne a rovescio. Per tutta la vita Giovanni conduce una vita alterata, nell'abbigliamento, nel comportamento e nei desideri. Egli riesce però ad entrare in profonda confidenza con tutte le donne perchè la sua femminilità gli permette di giungere al cuore, di approfondire i pensieri e comprendere le isterie femminili e i desiderata. Le donne lo/la cercano, anche quando scoprono la sua vera natura, anzi ne apprezzano i modi, il piacere e le attenzioni che invece un uomo non sa assecondare.
La critica
Anche questo romanzo pone, secondo me, Simona Baldelli nell'Olimpo della narrativa italiana. Stavolta l'autrice presenta un vero romanzo storico.  La storia di Caterina è realmente esistita ed è stata posta in un volumetto saggistico da Marzio Barbagli Storia di Caterina che per ott'anni vestì da uomo (Il Mulino).

Ma l'abilità di Simona è proprio quella di rendere una storia un romanzo.
La lettura è densa e affascinante. Ne La vita a rovescio non c'è solo la storia di Caterina, ma c'è tutta la società dell'epoca. Il Settecento è vissuto e narrato in ogni suo aspetto. La Roma Papalina è descritta non come in un libro di storia ma attraverso la vita, le idee, i timori, le credenze e le superstizioni della gente comune. Nel romanzo si incontrano personaggi realmente esistiti come il cantante compositore Nicolò Porpora e il suo allievo prediletto, il castrato Porporino.  Il tema è spunto per riflettere sulla scelta tribale di evirare i giovani cantanti piuttosto che far cantare le donne.
Nella lettura, sempre ricca di avvenimenti, ci sono momenti di simpatica ilarità, soprattutto nei passaggi legati all'abbigliamento e alle acconciature delle nobili dame, cosi ricche di capelli posticci ed essenze utili a catturare tutti gli insetti possibili che abitano il corpo, visto che tra le superstizioni c'era proprio quella di non usare l'acqua perchè portatrice di malattie!!!

Tutti i protagonisti principali e secondari sono abilmente non descritti ma veri. Essi escono dalla pagina e ti accompagnano nella lettura. Io ho avuto la sensazione così viva di vedermeli dinanzi agli occhi sempre. Saper scrivere non vuol dire descrivere i loro comportamenti o emozioni, ma farli mettere in azione, far esternare i moti consoni a quello stato d'animo. Come ha ribadito Simona Baldelli durante la presentazione, prendendo dal teatro: Show,  dont' tell.
C'è da confermare che anche stavolta Simona Baldelli usa la scrittura a scopo "sociale". Un vero scrittore deve lasciare il lettore con qualcosa in più, con dubbi pressanti e la giusta dose di rabbia verso la storia e verso il mondo cui si riferisce.
La vera parità femminista così tanto conquistata sta cedendo il passo, l'atteggiamento sessista è sempre vivo in molti ambienti lavorativi oltre che nei media. A questo si aggiunge il perno della storia, cioè la libertà di amare chi si desidera, l'omoaffettività ancora lontana.
Nel libro ho trovato una frase che davvero ho fatto mia visto e che riassume anche mie situazioni lavorative:
"Sapete cosa impedisce ad una donna di avere lo stesso potere di un maschio?
Un'altra donna. Le nostre armi migliori le usiamo per combatterci, quando basterebbe liberarci di un solo uomo per capovolgere le regole. E così...noi ci facciamo la guerra e loro vincono la battaglia".



Ringrazio Giunti editore per la copia e la disponibilità
Annalisa Andriani






La signora della letteratura italiana

Dacia Maraini e il suo ultimo romanzo

Ne parlo su Idea Libro

http://www.idealibro.com/la-bambina-sognatore-dacia-maraini-recensione/


giovedì 19 maggio 2016

Book jumpers


di Mechthild Gläser di Giunti Editori



La trama
Amy lascia il suo paesino in Germania per passare l'estate nell'isola scozzese dove vive la nonna,  senza sapere ciò che le sarebbe accaduto. Un'isola comandata da due clan da sempre in conflitto tra loro ma che condividono il dono di poter saltare nei libri e immergersi nelle loro storie. Amy  scopre  questo nuovo mondo fino a quando qualcuno non comincerà a rubare idee dai libri. Chi sarà stato? La ricerca pericolosa del ladro ,intreccio tra realtà e letteratura, l'incontro di Amy con il suo primo amore, la scoperta delle origini della sua famiglia e tanto altro ancora.


La critica
Un tema originale e surreale: avere la possibilità di conoscere i personaggi dei libri ed entrare a fare parte delle loro storie. Durante la lettura sembra capiti a te di far parte dei libri a tal punto da provare preoccupazione quando le cose nel mondo letterario si complicano. La storia viene continuamente stravolta ,a volte anche in modo troppo repentino , attraverso la scoperta di nuovi segreti e indizi che invogliano il lettore a continuare la  lettura . Coinvolgente dalla prima all'ultima pagina.

Maria Consiglia Salvemini

 Se volete conoscere la giovanissima autrice ecco il suo sito: Mechthild Glaser
Si ringrazia Giunti per la copia e la disponibilità.

mercoledì 18 maggio 2016

L'addio

di Antonio Moresco

Giunti editore


"Questa è una storia diversa e ve la racconterò in modo diverso". Lo scrive lo stesso Antonio Moresco nel suo ultimo romanzo L'addio per Giunti Editore. Infatti, non senza difficoltà, si entra nella trama che unisce la suspence del poliziesco, l'azione portata all'estremo come in quei film americani in cui i protagonisti si catapultano dai grattacieli senza neppure un graffio con giacca e cravatta al loro posto, ad un grande pervertimento, il più miserabile dei mali: la violenza sui bambini.
  

"Vi mostrerò solo quel poco che è necessario per rivelarvi tutto il male che c'è nel mondo, per farvelo vedere e toccare e perché possiate veramente capire e sentire".
Per combattere gli assassini dei bambini, i violentatori della loro purezza, i carnefici del loro futuro, tutti collegati in una fitta e inaccessibile rete nel mondo, viene incaricato uno sbirro già morto sulla terra in uno scontro a fuoco, ma ancora operativo nella città dei morti in una immaginaria collaborazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Il lettore quindi viene introdotto nell'aldilà, un mondo simile alle nostre città, con i grattacieli moderni o cose fatiscenti, con garage, ascensori ove i trapassati conservano le stesse abitudini o vizi posseduti in vita. Soltanto i bambini, vittime di violenza, sfuggono a questa legge: la notte si radunano nei sotterranei dei palazzi ed elevano un canto sommesso, dolcissimo, struggente, carico di tutti i mali perpetrati loro sulla terra.
Lo sbirro accetta l'incarico di fare giustizia, incarico affidatogli da un indefinibile personaggio, D'Arco, insieme alla guida di un bambino a cui è stata tolta la possibilità di cantare, essendo stato impiccato con un filo spinato che gli ha reciso la gola.
Entrambi, armati fino ai denti, passando inosservati, poiché morti, nel giro di due notti scovano e uccidono innumerevoli carnefici di anime indifese, profanate, violentate, strappate dalla possibilità di avere un futuro, qualunque  esso sarebbe stato.
Nella terza notte lo sbirro e il bambino, attraverso paesaggi e ambientazioni surreali, giungono nel covo dei carnefici, davanti all'uomo di Luce, il deus ex machina, che tiene le fila di tutta l'organizzazione.
Questi gli fa comprendere come la sua sia una guerra inutile perché non potrà riuscire ad arginare il male e diminuire la sua presenza nel mondo, dato che il male viene prima così come la morte viene prima della vita e non viceversa.
Perciò ci saranno sempre nuovi carnefici e nuove vittime, l'opera di repressione equivale a vuotare il mare del male con il cucchiaio.

La critica
Dalla trama descritta si evince come L'Addio non sia una lettura facile, del resto la metafisica non lo è mai, poiché investe l'incognito. Però pone degli interrogativi sulle origini del male, se sia insito nella natura umana, se sia all'origine del mondo, insieme al bene in eterna dicotomia. Non è una lettura "tutta d'un fiato" perché c'è da fermarsi di fronte all'orrore che assale per quegli individui che hanno fatto del male la loro ragione di vita e che nella cronaca di ogni giorno riescono ancora a stupirti. E' vero, puoi provare ad arginarlo ma la lotta è impari e per ogni sterpaglia che è questa fetta di umanità, un'altra più invasiva è pronta a spuntare.
La complessità dei temi affrontati viene però alleggerita da un linguaggio sobrio, caratteristica peculiare dei romanzi polizieschi, in cui l'azione ha il sopravvento sulla meditazione e gli avvenimenti si susseguono rapidamente.
Marta Pisani

Si ringrazia Giunti editore pe la copia e la disponibilità.

lunedì 2 maggio 2016

Un musicista Pugliese a casa di Jane Austen

Tra le tante letture musicali, musicologiche e letterarie mi sono imbattuta in una ricerca sul catalogo musicale degli spartiti conservati a casa di Jane Austen.
Ecco un mio ampio articolo pubblicato su Idea Libro

Jane Austen e la musica

musica, jane austen

Buona lettura