Di Ilaria Tuti
edizioni Longanesi
Esordio di successo per la giovane Ilaria Tuti, friulana che
per Longanesi è svettata nelle
classifiche con "Fiori sopra l'inferno" pubblicato a gennaio 2018.
Già conteso da diverse case editrici straniere, il romanzo è un thriller
ambientato in un paesino del Friuli, tra le Alpi svettanti al confine con
l'Austria.
"Ecco il suo fiore, il più bello tra quelli che gli impedivano di vedere l'inferno"
Un giorno viene ritrovato nei boschi il cadavere di un uomo,
denudato e con strani segni sul corpo che lasciano immaginare una forma di tortura dal significato
simbolico.
Naturalmente il paese è abitato da poche anime che aumentano
nel periodo turistico e che si conoscono tutte tra loro. La polizia locale non
riesce a pensare che sia stato qualcuno del paese con intenti vendicativi o
spinto da motivi personali di acredine.
Viene chiamata una squadra investigativa da fuori, capitanata dal commissario Teresa Battaglia,
una donna un po' avanti negli anni, con un diabete incipiente e prime forme di
Alzheimer. La donna comincia a mettere in pratica le indagini secondo lo schema
di ricerca di serial killer. Osteggiata dal capo della polizia locale Knauss,
Teresa Battaglia, di nome e di fatto, comincia ad imporsi su tutta la squadra e
a convincerla della pericolosità della situazione, soprattutto della
probabilità di nuovi delitti. Infatti di lì a poco nuove efferate mutilazioni
si verificano in paese. La situazione sta prendendo una brutta piega e
l'ostilità del clima ne accentua la gravità.
Accanto a Teresa Battaglia troviamol'ispettore Marini, un
giovane poliziotto che con abbigliamento elegante e da città sembra fuori luogo
rispetto all'ambiente. La cinicità della Battaglia che lo identifica come un
viveur inseperto e incapace, lo mette a dura prova. Ma la vicenda intricata è
da stimolo all'ispettore a dimostrare il contrario.
Ogni paese nasconde segreti, anche remoti, che però qualcuno
ricorda ancora. Gli ispettori e la carica tenace di Teresa Battaglia
riusciranno a scandagliare questo passato non troppo remoto sino a far
combaciare le tessere del puzzle.
A latere di questa storia, scorre una narrazione del periodo
nazista in cui in una Scuola speciale venivano cresciuti dei bambini in maniera
fredda e impersonale, a cui non veniva dato neppure il nome di battesimo. Questi
esperimenti sull'anaffetività venivano condotti da un medico nazista finchè una
dipendente non denuncia. Posso esserci legami con questi i delitti e le violenze che
si svolgono al presente?
"Erano fiori che cercavano la luce e finalmente l'avevano trovata"
Sta alla bravura degli investigatori far emergere la verità
e riportare la tranquillità montana!
La critica
Di certo è un romanzo ben scritto questo di Ilaria Tuti. La casa
editrice Longanesi ha fatto centro investendo su questa giovane scrittrice. Lo stile
è sapiente e netto, senza arricchimenti inutili, come un thriller richiede.
Alle spalle si intuisce che c'è ricerca e gavetta. Il taglio dei personaggi è
realistico, tanto da immaginarseli visivamente in azione. Il commissario
Battaglia che fatica scendere i dirupi con il suo fisico sformato e malconcio,
che comincia a riscontrare i segni della malattia e non se ne fa ragione,
suggellano l'umanità e veridicità del personaggio. Anche gli altri protagonisti
sono delineati in modo preeciso e puntuale.
Principale attore del thriller è, per me, il paesaggio. Nel
romanzo diviene un co-protagonista importante perchè non è solo lo scenario in
cui il paesino è incastonato, ma se ne sentono i suoni, si immaginano i
sentieri, i rivoli e le cascate. La neve che improvvisamente cade sulla fronte
del commissario esausta suggella il momento di candore e libertà, il legame dei
bambini del villaggio con la natura ne fanno un richiamo al buon selvaggio di
Rousseauniana memoria. Traspare la piena conoscenza dell'ambientazione ma
soprattutto la grande capacità di raccontarla e farla vivere al lettore.
Ci aspettiamo i
prossimi romanzi per inserire a pieno Ilaria Tuti tra i nuovi scrittori da
seguire in futuro!