domenica 8 dicembre 2019

Come un delfino

di Gianluca Pirozzi, L'Erudita - Giulio Perrone editore



I delfini non giocano tra le onde
come la gente pensa.
I delfini si addormentano andando a fondo.
Cosa cercano? Non lo so.
Quando toccano il fondo
si svegliano all'improvviso
e risalgono perché il mare è molto profondo
e quando salgono cosa cercano? Non lo so.
E vedono il cielo e gli ritorna il sonno
e di nuovo scendono addormentati,
e ancora toccano il fondo del mare
e si svegliano e riprendono a salire.
Così sono i nostri sogni.    ( Silvina Ocampo)
La vita di Vanni è come quella dei delfini, cercare di risalire da un profondo senso di buio alla ricerca di qualcosa che non sa cosa possa essere e che forse lontanamente potrebbe essere felicità.

La trama
Vanni fugge dalle proprie origini, dalle complicate dinamiche familiari e dalle perdite strazianti che
segnano la propria infanzia nella Napoli degli anni Settanta. Una costante assenza di affetto da parte del padre, una pena continua nei confronti della madre sempre vittima del marito e dei suoi modi irascibili ne fanno un uomo sensibile, introverso e non abituato ai sentimenti. Un vuoto scuro e profondo lo segue ovunque.
Riesce così faticosamente a costruirsi una nuova dimensione esistenziale. A Roma, la ricerca della propria identità e dell’amore lo legano dapprima a due uomini restando profondamente deluso e ferito e poi a Tiago, col quale matura il sogno di costituire una famiglia. Col tempo questo desiderio prende
forma grazie all’amicizia con Amandine. Tuttavia, una nuova scossa minerà l’assetto della vita di
Vanni, mettendolo di fronte a terribili situazioni in cui aveva spesso immaginato di trovarsi nei suoi incubi peggiori.

La critica
Il romanzo Come un delfino è diviso in più parti narrative con situazioni temporali differenti.
Una prima parte affronta la vita di Vanni sin dall'infanzia fatta di grandi complicità con il fratello e e con la nonna e amore e sofferenza per la madre. Infatti Vanni è figlio di un celebre scultore, iroso, dominante e egocentrico tanto da umiliare fortemente la moglie e la suocera, da scattare per un nulla e da tenere così tutti quanti sul filo del rasoio poichè da momenti di serenità passa a follia pura e rabbia.
Nonostante ciò la madre continua ad essere una nota traduttrice di romanzi dal francese, Vanni e il fratello Maso sono seguiti con affetto e grande sentimento dalla nonna e la loro vita scorre rapida. L'improvvisa perdita della nonna e poi del fratello lo fanno piombare nel buio. Una tragedia familiare che avrebbe dovuto far unire la famiglia e cercare di superarla insieme invece la divide isolando ognuno nel proprio dolore.
La narrazione scorre densa e ricca di dettagli in ogni istante della vita di Vanni, lo vediamo a Napoli, a Roma nella sua quotidianità, attraverso le strade, le amicizie, i pensieri.
La ricerca del dettaglio, già incontrata nell'autore nel precedente romanzo (Nomi di donna, recensito nel 2016, nda) si acuisce in questa narrazione. Seguiamo Vanni ovunque,  e dopo tanto peregrinare lo vediamo finalmente sereno a Bruxelles,in cui con un cambio lavoro  si sente più appagato, con un compagno stabile e un'amica sincera.
La seconda parte è un diario in cui Vanni si apre, si racconta, fa uscire il suo buio e ne viene fuori lentamente.
L'incontro con Tiago è salvifico per Vanni perchè egli è la persona giusta per innescare fiducia, vedere il mondo in altra prospettiva, sperare sempre in un domani senza aspettarsi catastrofi.
L'intesa e la tenerezza del loro rapporto non viene fuori in maniera didascalica ma sentita e sincera, ci si affeziona alla coppia in modo graduale e tenero. I sentimenti sono veri, vissuti e naturali.
Poi passa del tempo e Vanni a distanza ritorna a scrivere, sereno, amato, proiettato verso il futuro con Tiago e la piccola Tea. L'equilibrio è ristabilito, ora è a galla più spesso e finalmente vive tutto con più serenità
 La felicità diviene così un traguardo, raggiungibile solo accettando il proprio dolore.
Ma la vita preserva sempre destini inattesi e Vanni si ritrova ancora a fronteggiare ciò che gli si para dinanzi. Nel romanzo sono affrontate senza retorica tematiche di attualità come le coppie arcobaleno, la omogenitorialità, la diffidenza sociale e l'amore che vince su tutto e ne dimostra la sua forza.

Gianluca Pirozzi, con uno stile incisivo, scandaglia nel profondo la vita intima di tutti i personaggi,
mostrando come anche le fragilità possano rivelarsi una risorsa.
Si tratta di una storia drammatica e intensa che scandaglia a fondo le vite intime di tutti i suoi personaggi e il lettore ne segue ogni passo. Non si termina pagina di diario senza restare in attesa della successiva perchè comunque in ogni riga vien fuori un presagio e l'attesa si svela nella quarta parte del romanzo. Come un delfino è lo specchio della vita:  vi è il dolore persistente da cui emerge l’infinita capacità di resistere e di amare.

Annalisa Andriani