domenica 6 dicembre 2015

La ragazza nella nebbia


di Donato Carrisi

Puntuale all'appuntamento annuale con Longanesi, Donato Carrisi ci aspetta in libreria con un nuovo thriller. La ragazza nella nebbia si discosta dai sequel a cui Carrisi ci aveva abituati, come Il suggeritore  e successivi o Il tribunale delle anime e conseguenti. In questo thriller incontriamo personaggi nuovi, dinamiche attuali e come sempre un po' di introspezione psicologica.


La trama
Nel piccolissimo paesino di montagna di Avechot sulle Alpi, l'agente speciale Vogel si ritrova a seguito di un incidente stradale con macchie di sangue non sue e momenti di amnesia. "Era la notte in cui tutto cambiò per sempre, ma in quel momento lui ancora non lo sapeva". Attraverso un interrogatorio condotto dal neuropsichiatra Flores, Vogel cerca di ricostruire la situazione e soprattutto di ricordare perché si ritrova li dopo qualche mese. Cosa lo riconduce a Avechot? Carrisi ci introduce così ad un caso di sparizione. Anna Lou Kastner è scomparsa  due giorni prima di Natale. Una ragazzina tranquilla che stava uscendo di casa per recarsi in chiesa, luogo dove non è mai arrivata. Le indagini vengono affidate all'agente speciale Vogel, volto molto noto al pubblico per casi di giustizia conclamati. E' proprio la notorietà l'elemento cardine di questa vicenda e del romanzo stesso. L'attenzione non è posta solo sulla situazione drammatica della sparizione, della famiglia disperata e della ricerca di un colpevole. Le indagini e i movimenti dell'agente sono calibrati in funzione dell'opinione pubblica, dell'attenzione dei media, della ricerca di un mostro da spiattellare in prima pagina. Non è indispensabile risolvere il caso procurando prove, recuperando il cadavere o cercando il movente dell'assassino “La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno.” Ciò  che interessa è scovare è il male. "E' il cattivo che fa la storia" insegna il professor Martini ai suoi ragazzi. Un protagonista banale della storia, anonimo, che presto passa ai clamori mediatici.
Perché il pubblico non cerca altro che un colpevole. "Alla domanda di un recente sondaggio su quale deve essere lo scopo di un'indagine di polizia, la maggioranza degli interpellati ha risposto 'la cattura del colpevole'. Solo una percentuale molto bassa ha affermato che lo scopo di un'indagine dovrebbe essere 'accertare la verità'. Perché la cattura ci fa illudere di essere al sicuro."
Così in un inverno gelido tra le Alpi, in un centro operativo  improvvisato nella palestra scolastica, nella bruma nebbiosa dei boschi, l'agente Vogel coadiuvato dal sottoposto  Borghi comincia a cercare a tutti i costi un colpevole. La sua notorietà sulla stampa lo porta ad attirare l'attenzione dei media. E inoltre, un fallimento in un caso erroneamente risolto, lo fa ambire a rincorrere quanto prima il successo.
Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità".

La critica
 Ho letto questo Carrisi con la curiosità di sempre perché lo trovo un valido autore che sa ben calibrare le sapienti dosi della suspense. Ho apprezzato molto il cambiamento di tema e dei  personaggi perché per quanto alcune storie possano creare dipendenza e fidelizzazione, presentarsi con un nuovo argomento denota più coraggio. Interessante è l'analisi sociologica, seppur semplice, che fa Carrisi dei media e del loro sistema giornalistico. "I media stabiliscono i ruoli. Il mostro, la vittima. La seconda va salvaguardata da ogni possibile attacco o sospetto: deve essere 'pura'. Altrimenti  c' è il rischio di fornire un alibi morale a chi le ha fatto del male". Come sempre la storia viaggia su due piani temporali: l'agente Vogel sconvolto da un incidente 62 giorni dopo la scomparsa della ragazza e il periodo natalizio della sparizione.
Donato Carrisi è abile a suscitare la curiosità del lettore portandolo dentro la storia e conducendolo dove lui vuole arrivare. Sa giostrare con i tempi e con le informazioni come un abile sceneggiatore. Grande regista della storia, tesse bene la trama attorno ad un unico sospettato convincendo il  lettore e facendolo ricredere allo stesso tempo. Il dubbio è ciò che più serpeggia. Vittima della giustizia o carnefice?
Benché la storia sembri ispirata dai fatti di cronaca nera, alquanto verosimile e possibilista, la resa, durante il romanzo è intrigante. La ricerca del colpevole, l'accusa verso l'identificato fa credere alla soluzione più scontata. Ma i colpi di scena finali fanno ben valere la lettura del romanzo. Ancora una volta Donato Carrisi si rivela un abile scrittore. Il ritmo, dapprima lento e sereno nel racconto della storia, incalza con l'incedere delle pagine finali, tirando il lettore allo sprint finale e cogliendolo di sorpresa!

domenica 29 novembre 2015

La mia musica sei tu


di Alessandra Angelini

Di solito non sono affascinata dalle storie d'amore e preferisco altri generi, però La mia musica sei tu mi ha incuriosito soprattutto per il battage pubblicitario sui social network.
 

Il romanzo è scritto da una giovane esordiente, Alessandra Angelini, e tratta della storia d'amore tra Isabella e Denis, ragazzi provenienti da ceti, estrazioni sociali e familiari totalmente diverse.
Isabella è cresciuta a Roma, figlia di una personalità nota negli ambienti politici ed economici della capitale. La presenza dura e severa del padre è costante nella vita di Isabella e di tutta la famiglia. Il suo dominio è su tutti i membri, a partire dalla moglie, completamente soggiogata a lui, per finire sui figli. Isabella fugge a gambe levate da tutta questa tirannia, lascia il fidanzato, designato dal padre a diventarne marito, e cerca, con l'appoggio dello zio a Milano, di farsi una vita.
Va a studiare a Bologna e si crea nuove amicizie, non senza difficoltà. Un giorno, a Milano, si imbatte in un gruppo rock, e resta affascinata dal batterista, simpatia ricambiata ma lasciata cadere  nella serata. Pura combinazione degli eventi, Isabella non solo rincontra il batterista Denis, ma inizia vivere una storia d'amore meravigliosa con il ragazzo che in lei trova una splendida compagna e complice.

"Sei un sogno, non voglio svegliarmi. Fammi assaporare la felicità di un mondo dove esisti, dove possiamo stare insieme, dove le bugie non sono che parole lontane che non ci toccano, se non con la ragazza di una piuma. Svegliami e raccontami che questo è un incubo, oppure uccidimi, segna il punto con un'ultima parola e porta questo cuore con te, nel tuo mondo. Perché non esisto più".
 

Naturalmente la famiglia di Isabella non accetterà mai questa relazione e il padre assolda persino un investigatore per conoscere ogni dettaglio di Denis e svelarlo alla ragazza. Questa presenza arcigna è così deleteria che la ragazza non riesce a mai a lasciarsi andare completamente alla felicità, non è mai libera dei suoi sentimenti e dei suoi slanci. Non voglio svelare altri dettagli della storia per lasciare a voi lettori la curiosità di cominciare questo romanzo che ho trovato piacevole e scorrevole. Parti della storia mi sono sembrate un po' forzate e artate, ma in fondo ho apprezzato molto l'incentrare molto sul profondo tema dell'amicizia sincera e dell'amore vero. Rilevo solo che i dialoghi, perfettamente scritti in italiano, siano poco corrispondenti al linguaggio comune proprio dei ragazzi, oserei dire troppo "pensati" e articolati. Anche nelle liti tra i componenti della band Bad Attitude, o tra la coppia Isabella-Denis, le frasi sono troppo corrette, lunghe e poco veritiere. In alcuni punti la storia è un po' sfasata temporalmente e ci sono situazioni poco chiare. Comunque rilevo che Alessandra Angelini ha superato brillantemente il suo test d'esordio. La sua giovanissima età le permetterà di apporre miglioramenti allo stile e farsi consigliare da revisori esperti.

Autopubblicato

Da uno scambio di messaggi con l'autrice ho appreso che il libro è stato autopubblicato per il noto sito Amazon.
"Quando ho deciso di buttarmi e autopubblicare  il mio romanzo su Amazon non avevo idea di cosa mi aspettasse" - ci rivela Alessandra. "Ho scoperto presto che quando auto pubblichi le difficoltà sono tante, l’autore non deve occuparsi esclusivamente del romanzo ma diventa anche il correttore di bozze e l’editor del libro. Così rileggi il manoscritto un milione di volte, fino a conoscerlo a memoria, fai il lavoro al meglio delle tue capacità perché i lettori meritano il testo migliore possibile".
Ma non finisce qui: "Arrivata a questo punto devi anche occuparti della copertina, che deve essere accattivante e il più possibile attinente al romanzo. E poi l’ultimo passo, il marketing. Quello che per me è stato lo scoglio più difficile, essendo una persona timida e riservata. Internet e il passaparola sono fondamentali se si vuole far conoscere il proprio lavoro".
Apprezzo molto l'intraprendenza di Alessandra che per inseguire la realizzazione di un suo progetto e di un suo sogno abbia investito ogni suo tempo ed energia. Sono caratteristiche che alle volte è difficile trovare nelle nuove generazioni, sempre insoddisfatte e abituate a ricevere soluzioni preconfezionate e pronte per loro.
"I sogni non sono che fantasie grandiose, la spinta ad affrontare la quotidianità. a volte, in una percentuale infinitesima, si realizzano, allora vita e sogno si fondono. E' per questi momenti che piangiamo e respiriamo, per vederli realizzati".

Un grande in bocca al lupo per la sua carriera e per sfondare le porte del successo.
Per acquistare il romanzo su Amazon cliccate La mia musica sei tu

lunedì 9 novembre 2015

Millennium 4 di David Lagercrantz


Lisbeth è tornata!

Dopo aver divorato i tre volumi della Saga scritta da Stieg Larsson, non potevo perdere questo sequel.Infatti a distanza di anni Marsilio pubblica in Italia Millennium 4 scritto da un nuovo autore svedese, che ispirandosi agli appunti lasciati da Larsson ha intessuto una nuova avventura.
Premetto che io considero sempre i sequel o i remake delle brutte copie degli originali dai quali si vuol cercare di tirare quanto più è possibile in successo e vantaggi economici. Purtoppo anche stavolta non mi sbaglio e devo riscontrare alcune dafaillance rispetto ai primi.
Tra i due autori c'è un abisso. La storia sembra un po' forzata anche se gli sviluppi finali danno comunque nuove interpretazioni e nuovi scenari alla vita di Lisbeth.
L'inizio è decisamente faticoso perchè impiega tanto a presentare lo scenario d'azione. Come sempre (e questo c'era anche in Larsson) ci sono parecchi comprimari, stavolta svedesi e americani, che si muovono per loro conto finchè non giunge chiaro l'obiettivo del romanzo.
Stavolta l'attenzione è incentrata su  Frans Balder, un matematico, uno scienziato super mondiale che sta lavorando sulla intelligenza artificiale. Naturalmente, su di lui ci sono gli occhi puntati delle superpotenze, dei servizi segreti ma e soprattutto della grande mafia internazionale.
Il caso vuole che Lisbeth stia cercando da qualte tempo di entrare nei sistemi segreti della Nsa americana per indagare sui loro interecci governativi e stranieri. Anche Lisbeth ha incontrato Balder durante delle lezioni all'università e scandagliando da Hacker professionista tutte le email personali, riesce a sventare l'omicidio del figlio autistico di Balder, dopo non essere riuscita a sventare quello del professore.
L'intreccio di fa sempre più fitto, intricato e alle volte improbabile. Ricompare Mikael che al limite della depressione si fa rimettere in piedi dai pericoli di Lisbeth e che sempre borderline, riesce a coprirla dai problemi con la giustizia.
Di certo, in questa ragazza così particolare vige un disprezzo per le forme prestabilite e per le istituzioni poichè è convinta che non siano mai la di sopra delle parti. Lei compie azioni spinta dalla voglia di pulizia da uomini che odiano le donne e da prepotenti insaziabili.
Il romanzo prende a scorrere dall'entrata appunto in scena di Lisbeth e Mikael. Ci sono pagine e pagine dedicate alla matematica, alla fattorizzazione di numeri primi, a calcoli di ellissi che allontanano molto la concentrazione della vicenda. Poi il ritmo incalza quando gli inseguimenti si avvicendano e rincorrono. Novità in questo grande capitolo della storia è Camilla, la sorella di Lisbeth che entra in scena quale erede dell'impero Zalachenko. E secondo me ci riserverà nuovi scenari futuri.
La lettura del romanzo non è legata ai precedenti anche se vi ritorna con alcuni riferimenti. Certo averli letti aiuta a sapere tutto il passato e a non interpretare il ruolo della ragazza come una forsennata impavida.
Ringrazio Marsilio editore per la copia omaggio.
Buon divertimento!

venerdì 18 settembre 2015

Le fragili attese di Mattia Signorini

Mi ha molto incuriosito il titolo e la copertina di questo romanzo che ho potuto leggere quest'estate.
Le fragili attese ha risposto pienamente a questa mia curiosità. Già il titolo lasciava spazio a varie ipotesi, attendere cosa? e poi ogni attesa può essere fragile? perché l'attesa stessa si disintegra quando si palesa l'evento in sé? ogni attesa è forse più ricca e trepidante dell'evento stesso?
E così che grazie alle edizioni Marsilio, ho potuto leggere questo bel romanzo italiano.
Italo è il proprietario della pensione Palomar a Milano. Ormai ottantenne decide di chiudere definitivamente il lavoro e smantellare la pensione. La sua vita si è svolta li dagli anni in cui si è traferito. Non è mai andato oltre il quartiere della pensione, dal momento in cui vi ha messo piede.


La narrazione è sapiente, l'autore ci fa entrare dolcemente ma con grande sensibilità nella sua vita. Italo è sopravvissuto alla grande inondazione del Po e si è trasferito a Milano dopo aver perso davvero tutto, casa, lavoro, amici e la sua donna. Non riesce a sopravvivere al costante dolore e al rimorso di non aver corso abbastanza per salvarla.
Così a Milano cerca un lavoro in fabbrica come tutti gli emigrati al nord. Il caso vuole che alloggi presso una pensione il cui proprietario intende cedere e ritirarsi in pensione e dopo aver cercato invano lavoro altrove, Italo decide di rilevare l'attività.
Con qualche ammodernamento e restauro Italo inaugura la nuova pensione Palomar, nome preso da un articolo di giornale nel quale si parlava del famoso osservatorio in America.
La sua vita scorre tranquilla nella gestione della pensione che gli permette di conoscere tanti clienti, tante vite, tante storie e racconti senza né viaggiare e né spostarsi dal bancone all'ingresso.
Molto discreto, solitario e semplice, Italo attraversa la vita senza grandi impennate né entusiasmi. Non ha mai avuto una donna dopo il suo grande e perduto amore ma un girono si imbatte in un fascio di lettere ripescate da un cassonetto. Sono scritte da una donna, negli anni '50 e dedicate ad un amore, ad un uomo che (andando avanti nella lettura) non si è mai accorto di lei rendendo questo un amore impossibile. La curiosità, il tanto trasporto di questa donna fanno risvegliare ad Italo i suoi sensi sopiti. Cerca di indagare e di risalire a questa fantastica giovane così tanto innamorata finché la soluzione lo lascerà allibito.
In queste ultime settimane di apertura, alla pensione alloggiano Guido, un professore d’inglese che deve insegnare a parlare a una bambina muta; Lucio Ormea, un uomo alla ricerca del padre che non vede da quando era piccolo; Il generale in pensione Adolfo Trento, convinto che la soluzione di ogni pace stia nella guerra; Ingrid, un'arpista con il polso spezzato che lavora come cassiera al supermercato e di notte si accompagna a uomini conosciuti per caso; e infine la domestica Emma, che ha fatto della Pensione Palomar la sua casa da ormai troppo tempo. Attorno ad essi ruotano storie e situazioni familiari, personali e lavorative complesse. Storie nella storia. Si aprono stanze (d'albergo) come matrioske, ogni porta conduce ad una vita pur ritornando sullo stesso corridoio.
Mi ha molto colpito questo romanzo lasciandomi, dopo la lettura, qualcosa di insoluto nelle vite dei protagonisti, ritrovandomi spesso a fantasticare sul seguito delle storie. Tutte hanno come filo conduttore, a mio avviso, l'incomprensione e l'amore inespresso, la solitudine e il non affrontare la verità anche se dura.
Un libro contemporaneo, ligio e netto con una scrittura lineare, chiara e al tempo stesso dettagliata.
Un romanzo che riesce a far comprendere che l'attesa non è sempre foriera di buone notizie, spesso occorre anche superarla e intraprendere una strada pur di non subire l'ennesima delusione.

 Mattia Signorini è nato nel 1980 e ha vinto il Premio Tropea nel 2010. Le Fragili attese è stato tradotto in Sudamerica, Europa e Israele.
Ringrazio Marsilio Editori

martedì 11 agosto 2015

Come i fiori di notte di Lisa See


Come i fiori di notte di Lisa See

Una meravigliosa storia al femminile viene tracciata da Lisa See in questo romanzo edito da Longanesi. Ambientato negli anni '40 quelli che precedono l'entrata in guerra degli Stati Uniti, il racconto espone la vita di tre ragazze orientali e delle loro ambizioni. Amicizia, passione, lavoro, amori sono gli ingredienti della storia.
 

Tre ragazze, una giapponese e due cinesi, provenienti da famiglie diverse, con passati burrascosi e penosi, ben diverse tra loro, si tuffano nel mondo della danza e dello  spettacolo. "a furia di frequentarci ci innamorammo l'una dell'altra. Stavamo bene insieme come lo zenzero, lo scalogno e l'aglio...bastava metterci nella stessa pentola per ottenere un piatto perfetto". Per le leggi razziali a loro non è concessa la stessa carriera degli americani per cui si accontentano di partecipare alle riviste a tema orientale. Naturalmente è un passo che le metterà contro le loro famiglie, contro i pregiudizi sociali,  contro i loro amori.

Una storia ricca di sentimenti e piena di sincerità. Le ragazze diventano subito amiche e si sostengono nei momenti di sconforto e forti difficoltà. Negli anni attraversano i successi delle luci della ribalta ma anche la miseria e l'estrema povertà.  Helene, Ruby e Grace affrontano con orgoglio le loro scelte, ripudiano i compromessi pur di inseguire i loro sogni. Il romanzo ha un notevole fondamento storico perchè l'autrice, Lisa See, ha tratto spunto da documenti e da narrazioni verbali sul periodo della seconda guerra mondiale non solo a San Francisco, dove è per lo più ambientato il romanzo, ma nell'intera  America. L'attacco di Pearl Harbour scatena il panico negli americani perchè un conflitto che fino ad allora sembrava distante milioni di kilometri ora entra in casa. L'atteggiamento sospettico verso gli orientali diventa cosi aspro da denunciarsi gli uni gli altri. L'amicizia delle tre ragazze vacilla, l'ambizione e la sopravvivenza risultano più forti dell'unione. "ho voluto bene ad entrambe ma loro, separatamente e insieme, mi hanno inflitto alcune delle peggiori sofferenze della mia vita". Ma, attraversando il buio si scoprono le verità, il passato riaffiora, i timori per un futuro incerto e di morte danno  valore alle storie importanti.

Le vicende e l'ambientazione sono ben connotate, l'atmosfera dei locali notturni, del gusto del proibito e orientaleggiante è sempre ben descritto così da viverlo di persona.
 

La scrittura è a tre voci. Le tre protagoniste raccontano personalmente le loro visioni e le storie, per cui la vicenda è  espressa con mille sfaccettature. Così si legge qual è il clima di discriminazione e di emarginazione di quel periodo, quale la reazione di ognuna delle ragazze a seconda delle proprie radici e abitudini. E' interessante scoprire l'atteggiamento degli americani nei confronti degli orientali: dapprima di convivenza sopportata purché a livelli lavorativi inferiori e poi di odio aperto. Ciò che  la guerra lascia nei sopravvissuti con i loro incubi e angosce è intenso e carico di significato. Il desiderio di emancipazione e il senso di rivalsa di queste ragazze sono il leitmotiv del romanzo: i loro sogni, la loro voglia di emergere, di cambiare totalmente vita, il  desiderio di dimostrare a chi in loro non credeva le capacità di riuscita sono la spinta a sopportare i periodi più neri.

Mi è piaciuto molto l'altalenarsi del senso poetico delle descrizioni e dei sentimenti, il ricorrere ad antichi proverbi cinesi alla durezza dei termini e della crudeltà umana. Uno stile raffinato e sempre corretto che non scivola in momenti fiacchi nella lettura. L'evolversi delle vicissitudini portano fino in fondo in modo preciso ed esaustivo coniugando il romanzo "storico" di un periodo a noi più recente a storie al femminile. La fragilità emotiva di queste ragazze divenute donne molto presto è lo stimolo a riscattarsi e ambire al meglio. Uno spunto di riflessione sull'importanza e il valore dell'amicizia vera.

venerdì 3 luglio 2015

La pietà dell'acqua di Antonio Fusco, edizioni Giunti



 Un romanzo schietto è questo secondo noir di Antonio Fusco. Un giallo ambientato in Toscana in un rovente ferragosto.

Il commissario Tommaso Casabona è richiamato dalle ferie per indagare sull'omicidio di un uomo dal passato torbido e misterioso.

Lasciando in vacanza sua moglie Francesca, il commissario è turbato e al tempo stesso amareggiato per il senso del dovere che lo spinge ad affrontare un nuovo delitto.
 

Scritto presentando contemporaneamente più personaggi e situazioni apparentemente lontane, il romanzo ha la capacità di attrarre il lettore fino in fondo. Antonio Fusco ha una scrittura netta e asciutta nella quale riesce a far convergere tutti gli stilemi e le caratteristiche del romanzo giallo, senza eccedere nei termini, senza andare mai oltre le righe ma con il piglio di chi conosce bene il mestiere. Infatti Antonio Fusco è un funzionario di polizia e criminologo forense e questa esperienza traspare in ogni riga perchè, a mio avviso, lo scrittore pur documentandosi enfatizza, il tecnico sa riferire con rapidità e semplicità i rapporti interni ad un commissariato.
 

Nel paese in cui avviene l'omicidio vi è un lago artificiale, il Lago di Bali che scaturisce dalla costruzione di una diga. Questo lago in realtà sommerge un altro piccolo borgo, Torre Ghibellina e viene svuotato periodicamente negli anni. Durante il ferragosto incriminato tanti curiosi, giornalisti e antichi abitanti di Torre Ghibellina si riversano nel paese vicino per assistere al risorgere del borgo fantasma.

Alcuni fanno visita al cimitero per deporre fiori sulle tombe dei propri cari e proprio lì il Commissario Casabona riesce a risolvere l'intricato mistero.

Attorno all'omicidio si concatenano storie ben più grosse che affondano le radici nella Resistenza del '45 e nel periodo degli ultimi efferati omicidi da parte dei Tedeschi in ritirata.

Ad esso si legano l'omertà della magistratura ma ancor più dell'alta politica svelando un famoso armadio dell'archivio segreto.

La bella trama e l'intreccio di personaggi apparentemente anonimi e distanti ti conquistano così da spingerti fino in fondo e restare stupito del finale a sorpresa sia sul giallo in questione, sia sulle vicende familiari del Commissario.

Non conoscendo l'autore, sono rimasta piacevolmente attratta dal suo modo di scrivere e dalla discorsività tutta italiana. Infatti anche la scelta dei personaggi, la vicenda e i luoghi richiamano molto il nostro stile di vita e la quotidianità in cui vivono gli uomini della polizia che in altri  romanzi vengono tratteggiati come supereroi o uomini fuori dal comune.

Un libro che consiglio vivamente per le vostre letture intriganti.
altre info potete trovarle su Giunti Narrativa
e per conoscere Antonio Fusco

domenica 14 giugno 2015

Mi ricordo di Paola Capriolo ed.Giunti




Il romanzo, edito dalla Giunti, si snoda attraverso il racconto di due donne, Adela e Sonja, in forma epistolare il primo, in forma autobiografica il secondo a capitoli alterni. Non è chiaro subito il nesso tra le protagoniste poiché rimandano a periodi diversi attraverso i loro ricordi affastellati. Ci si trova di fronte ad una matassa aggrovigliata che aspetta di essere dipanata seguendo un filo-guida rappresentato da una casa dalle pareti azzurre con un bovindo su un giardino al di là del quale scorre un fiume che, da protagonista, con il suo perenne scroscio, accompagna la vita sia di Adela che di Sonja.

Nella casa vive un anziano signore che ha bisogno di una badante che lo accudisca ed e´ Sonja a presentarsi per questo lavoro con l´obiettivo di occupare quella casa per cominciare a riavvolgere il gomitolo della propria vita attraverso ricordi ancora confusi.

Adela, invece, è una diciottenne romantica, dall´animo delicato, amante della buona letteratura e della poesia, che in un pomeriggio d´autunno assiste alla declamazione dei versi di colui che erge a Sommo Poeta, su cui riverserà un amore totalizzante. Inizia così a inviargli lettere di ammirazione, di vera e propria adorazione, pur consapevole che il suo sarà un amore unilaterale perché il poeta non le serberà altro che congiuntivi, “il più sfuggente e circospetto dei modi”. L´epistolario, dapprima reale poi virtuale, quando il poeta smetterà di rispondere alle supplichevoli missive, costituisce la forma lieve e aerea scelta dall´autrice, per raccontare la vita di una famiglia ebrea dapprima molto rispettata, poi via via sempre più emarginata negli anni dell´avvento del Nazismo, dalle iniziali restrizioni ai soprusi, alle torture inflitte dagli stessi concittadini di quella città di provincia. Tutto questo non scalfisce la fiducia di Adela nel futuro, consapevole che “la bellezza salverà il mondo”, come Dostoevskij fa asserire al principe Myskin. Purtroppo la bellezza non riuscirà a salvare neppure l´anima di Adela che attraverserà tutte le fasi dell´olocausto dalla perdita dei genitori all´internamento in un campo, compreso il silenzio del suo Poeta che si limiterà ad inviarle in via anonima la sua ultima raccolta di poesie, con una piccola crocetta sull´indice, in corrispondenza di una poesia a lei dedicata.
Sonja, intanto, va esplorando la casa ove è ospite ma in cui è vissuta con i suoi genitori, una madre bellissima con una repulsione per il contatto fisico, che trascorre ore in uno studiolo, ed un padre medico che dalla felicità dei primi anni scivola nella solitudine, trovando conforto nell´alcol. Entrambi l´hanno lasciata sola molto presto, costringendola ad abbandonare la casa azzurra per un orfanotrofio.
Ora vi è tornata per far compagnia ad un vecchio i cui ricordi si confondono con i suoi in un passato che per entrambi è stato fonte di dolore.
E´ comunque necessario ripercorrere per intero il cammino a ritroso dei ricordi anche se questo comporta dolore e sconcerto. Il gomitolo disfatto potrà essere riavvolto grazie al carteggio che Sonja rinverrà  in uno scrittoio finito in soffitta. E´ l´ epistolario tra sua madre Adela ed il suo poeta non più  famoso, in cui la poverina narra le umiliazioni subite nella “casa rossa della gioia” del campo di concentramento da cui è venuta via con il corpo intatto ma l´anima lacerata. Se il largo bracciale d´argento ha nascosto agli occhi del mondo il suo passato, nè un marito adorante nè una bimba amata potranno rimarginare le ferite impresse dalle umiliazioni, dal disgusto per essere diventata merce di piacere effimero per principi in divisa grigio acciaio. Avviarsi verso il nulla, quelle docce che le erano state risparmiate, sarà l´unico modo per trovare pace.
Alle due protagoniste si affianca la figura di Kurt, che Adela chiama “il dottorino” tra il canzonatorio e il denigratorio, ma che l´ha amata, sfidando ogni convenzione razziale, incapace però di competere con il poeta.

Un libro sorprendente, con un tema non nuovo eppure coinvolgente, originale per impostazione, lieve come un battito d´ali, con un linguaggio forbito ma leggero. Stupisce l´assenza di riferimenti geografici precisi, solo un fiume accompagna la vita delle due donne con il suo scroscio, la sua mutezza nel corso delle stagioni, la sua capacità di accogliere e purificare ciò che un regime ottuso ha profanato e che se non la bellezza almeno la purezza dell´anima ha conservato.
Annalisa
Per acquistare il libro  su  IBS

martedì 9 giugno 2015

Sindrome da cuore in sospeso di Alessia Gazzola


Una piacevolissima lettura si è rivelato questo romanzo di Alessia Gazzola, edito da Longanesi Pur attratta dagli ultimi titoli dell'autrice non avevo avuto ancora la possibilità di leggere niente di suo.


Il romanzo ci presenta Alice Allevi studentessa di medicina un po' in crisi nello studio che si imbatte in un omicidio nel suo paese. A Sacrofano viene uccisa la badante russa di sua nonna. La notte dell'omicidio giunge il medico legale, Claudio Conforti, che strega Alice col suo charme tanto da farle chiedere l'internato di Medicina proprio nella sua scuola di Specializzazione. Naturalmente le informazioni che lei riesce a carpire dall'Istituto di Medicina Legale, unite ai pettegolezzi che si scatenano in città condiscono la vita di Alice e di sua nonna oltre ogni aspettativa.
Alice è una vera imbranta, timida e insicura che ad ogni incontro con Conforti ne combina una, però al tempo stesso è davvero amorevole con i suoi familiari, ha un sincero affetto per sua nonna e anche una bella intesa.
Le due donne riescono tra un thè e l'altro con le comari a conoscere i segreti che attanagliavano Tamara, la badante che seppur 35enne aveva alle spalle una vita di sacrifici fisici e morali.
Il romanzo riesce seppur nelle pieghe di un racconto sempre leggero e scorrevole a toccare la miseria morale in cui queste donne vivono, le minacce a cui sono sottoposte, i volti e i corpi segnati dall'omertà.
Questo romanzo breve segue i più ben noti "L'allieva" e "Un segreto non è per sempre". Probabilmente, visto che qui Alice Allevi è ancora una studentessa, la saga doveva nascere con questo capitolo. In "Sindrome da cuore in sospeso" ci sono tutti i personaggi che poi prenderanno ruoli più dominanti nei romanzi successivi.

L'ambientazione del paesello, i legami familiari, le amicizie universitarie e la nuova compagna di casa rendono leggero questo romanzo tinto un po' di giallo quanto serve ad alimentare la curiosità.
Lo posso consigliare a chi ha desiderio di svagarsi e sorridere durante la lettura, ai giovani adolescenti che vogliano anche incuriosirsi all'ambiente universitario in cui non è tutt'oro quello che luccica!

Per acquistare il libro: Sindrome da cuore in sospeso
Altre info su Alessia Gazzola

domenica 24 maggio 2015

Verrà il vento e ti parlerà di me, recensione al romanzo di Francesca Barra, ed.Garzanti


Un successo annunciato si è rivelato il romanzo di Francesca Barra Verrà il vento e ti parlerà di me. Una poesia sul Sud Italia e sui profondi legami familiari.
 

Ambientato in Basilicata, il romanzo dal titolo splendido e dalla copertina accattivante, racconta di tre generazioni di una famiglia radicata nel territorio, nelle tradizioni, nelle storie, nella terra e soprattutto nella sua cucina.
Una storia principalmente femminile in cui il legame nonna-madre-figlia catalizza il lettore.
"...mi resi conto che la mia famiglia ,da generazioni, sebbene fosse stata composta da uomini straordinari, si era retta sul principio di matrilinearità. Era circondata ma non riempita dagli uomini. Sono state le donne l'essenza, le bretelle che hanno sorretto i destini e da cui dipendeva la direzione delle  generazioni che si sono succedute".

E così Caterina, la piccola nipote, apprende da nonna Teresa la sua origine, i suoi legami con Matera e i Sassi, il senso profondo della famiglia e dei valori  consolidati.
"...le decisioni dei maschi della mia famiglia hanno segnato la loro vita, con il lavoro, la politica, la scuola. Ma la determinazione, l'amore e la costanza con cui nonna si è presa cura dei propri uomini sono la storia della mia vita."
Mai nonna Teresa ha fatto paternali a Caterina ma con la quotidianità delle frequentazioni, attraverso semplici e piccole esperienze, attraverso gli aneddoti, i proverbi, gli esempi, le passeggiate per i campi che da casa sua portano all'immenso mare azzurro di Policoro, e soprattutto con la cucina, Teresa è riuscita a far passare i valori veri in cui credere e su cui basare le proprie  scelte future.

Un libro bellissimo, ad ogni rigo in cui mi sono ritrovata spesso; in esso ho ritrovato il legame fortissimo che noi del sud abbiamo con la famiglia, in esso ho  rivissuto la solidissima intesa che mia madre sta creando con mia figlia.
Nonna Teresa decide un bel giorno di dettare a sua nipote Caterina le ricette più buone e ricche della sua cucina, così lei potrà avere quel quaderno come ricordo perenne. Non è importante segnare gli ingredienti, quanto vederle preparare, essere vicine, aiutarsi e cogliere il momento di intimità per raccontarsi.

Tornare alla terra, ai buoni cibi, alle lente preparazioni (dalla conserva di pomodoro ai lunghi pranzi delle feste) è l'espediente di Nonna Teresa per essere vicina a Caterina perché loro hanno un legame speciale fatto di intese, di sguardi, di ammiccamenti ma anche e soprattutto di quel profumo di buono e naturale delle origini.
"Caterina mi somigliava perché sognava come sognavo io. A volte mi sentivo in colpa per l'amore smisurato che provavo per lei ... ma non potevo fingere che il nostro rapporto fosse simile a quello che avevo con tutti gli altri... Caterina era la mia unica amica... Da giovane ci si sente eterni ma arriva il momento in cui...istintivamente si guarda con avidità la persona alla quale appartieni. Scegli chi sarà il tuo prolungamento, chi ti continuerà a mantenere vivo.  E io scelsi lei..."

Anche io donna del Sud, di una Puglia molto vicina alla Basilicata, ho potuto riconoscere i profumi di buona cucina (bellissimo il capitolo dedicato alla Frittata!! Uno dei miei piatti preferiti), di genuinità non solo di cibo ma anche di sentimenti. Perché la nostra sincerità ci porta ad essere diretti, vicini, davvero disponibili per i nostri familiari, davvero uniti nella vita e non nelle occasioni sporadiche.
E così in Verrà il vento e ti parlerà di me, la genuinità delle ricette si fonde con la sincerità dei legami, degli amori, della famiglia. Valori e tradizioni secolari, come i grandi pranzi delle feste, il numero di portate obbligatorio, i piatti tipici, i discorsi atavici, le intromissioni di tutti su qualsiasi argomento, sono vissuti da Caterina prima con sopportazione e senso di oppressione, poi come unica verità d'amore.
E' un percorso completo che lei compie, un voler fuggire per poi tornare con più saggezza e consapevolezza.

Caterina parte per Roma per frequentare l'università. Vuole conoscere il mondo, altre vite, altri stili che vadano oltre Policoro.
"Sapevo che il mondo non era tutto confinato a Policoro, nella mia terra, fra le cose a me note e fra quelle più rassicuranti, ma non ero certa che tutto il resto fosse adatto a me e che adeguarmi mi avrebbe resa migliore".

Roma le permette di conoscere altri stili di vita, abitudini, altri ragazzi decisamente più moderni ed emancipati. Lei che arriva dal profondo Sud, che chiama i genitori quando parte e appena arriva fa uno squillo, lei che passa le ore a raccontare al telefono alla nonna tutta la giornata dei dettagli, si innamora di Pietro, un ragazzo che si interessa di politica, di attualità e che la convince ad andare a sciare con lui. (dal mare alla neve mai vista!!!). Ma al di là del primo momento di trasgressione a Caterina manca tutto, anche in montagna tenta di rifugiarsi in ciò che sa fare meglio: cucinare per rassicurarsi, pur essendo criticata dai suoi amici così trendy e moderni.

"Avevo scelto Roma per mettermi in gioco, per conoscere e scoprirmi attraverso lo sguardo di estranei. Ma quello che avevo visto, attraverso il loro giudizio costante non mi rappresentava. Non volevo trascorrere tutta la vita sentendomi fuori posto o scoprendo di non essere all'altezza di ritmi frenetici, dell'inquietudine che risiedeva in tanti di loro..."
E così nonna Teresa decide, con la sua morte, di far rientrare Caterina a Policoro, di coinvolgerla nel lutto in cui versa la famiglia, di farle riconoscere che "la mia famiglia dispensa pace. Tutti meriterebbero una famiglia come la mia. Una casa che durante le feste si trasforma in un enorme pacco dono".
Il ritorno a casa le permetterà di analizzare se stessa, i suoi desideri, il senso profondo del significato della parola amore perché nonna Teresa sa che "la lontananza ti mostra le cose migliori di come le ricordavi.  Anche le tradizioni".

C'è molto da vivere in Verrà il vento e ti parlerà di me e Francesca Barra è stata abilissima nel narrare, descrivere e far gustare sia con le ricette dettagliate della Basilicata che con le ricette ancestrali dell'amore e della felicità le vite intrecciate di Caterina e Teresa.
"...la vita di coppia è come un'officina, dove si aggiustano, si lucidano, si costruiscono e si cambiano i pezzi, ma dove non si compra nulla di nuovo. Ecco cos'è un matrimonio. Cambi i pezzi per aggiustare ciò che hai".
Una lettura da non perdere e gustare rigo per rigo!

Il libro su Garzanti Libri
Il video al libro
Acquistabile su IBS libri
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@azandriani

venerdì 1 maggio 2015

La forza dei fragili



Non mi è capitato fino ad ora di recensire un libro di un amico e sono felice che la prima volta tocchi a La forza dei fragili di Corrado de Bari. Pubblicato per la IntermediaEdizioni, il libro  è un meraviglioso diario nel quale Corrado trasferisce la sua storia di vita ma in particolare come la vita è cambiata da quando è nato Emanuele.
 

Bambino sanissimo, gioioso e felice, sorriso disarmante  e esperienze comuni a tutti i figli, improvvisamente Emanuele (che aveva fatto patire un po' di angosce durante la gravidanza e a cui è stato dato proprio un nome significativo: Dio è con noi) al primo anno di vita viene sottoposto alla vaccinazione esavalente. Dopo qualche ora il bambino ha cominciato a dare segni di assenza, "non mi stringeva più la mano, il suo sguardo era fisso nel vuoto, la bocca presentava la sporgenza dei denti superiori e febbre."  Dopo giorni la situazione era soltanto peggiorata, esami su esami non facevano che confermare che il bambino, pur ascoltando benissimo non partecipava mentalmente agli stimoli. "si prova una disperazione immensa, fa male all'anima, un vuoto, un abisso che non si riesce a colmare" racconta Corrado "Ti senti impotente, ti chiedi il perché, ti fai mille domande che non avranno mai risposte esaustive".
Le prime diagnosi hanno confermato che l'Autismo che ha colpito Emanuele da quel momento è stato causato da una reazione avversa al vaccino Morupar contenente mercurio che avvelena il corpo e impiega anni per essere smaltito, pur lasciando per sempre i segni di danneggiamento alle cellule nervose. Nonostante  la causa in corso con il Ministero della Salute, nulla riporterà Emanuele  e la sua famiglia alla vita semplice, serena e spensierata che hanno sperato di avere.
Il libro-diario di Corrado de Bari, ma anche di Elisabetta, sua moglie e di Noemi, la secondogenita, si snoda attraverso le difficoltà e le decisioni prese e che continuano a prendere per offrire a Emanuele tutto ciò che è possibile.
E' stato meraviglioso leggere della dedizione totale che la famiglia intera continua a riversare sul ragazzo ormai undicenne.
Corrado ed Elisabetta hanno accettato una sfida: è vero che il destino ha segnato la loro vita ma è altrettanto vero che puoi essere fortunato a vivere in una famiglia che non ha lasciato nulla di intentato e anzi ha promosso e sollecitato nuove e aggiornate terapie. Emanuele, a cui poi nello specifico è stata riconosciuta la Sindrome di Asperger, è stato sottoposto ad un percorso di terapie multidisciplinari tra cui idroterapia, musicoterapia, logopedia, ippoterapia, psicomotricità, tutte coadiuvate da supporto psicologico al bambino e alla famiglia che ha dovuto superare momenti di profondo sconforto e incoraggiamento reciproco.
La storia di Emanuele è per fortuna sempre in divenire, per lui ogni novità lo porta nel panico e va introdotta con coscienza pur riconoscendosi potenzialità altissime e conquiste enormi.
Mi sono commossa a leggere queste pagine, scritte con semplicità, amore e dedizione totale. Pagine che rispecchiano animi sensibili, pagine davvero sincere, scritte a cuore aperto che non hanno celato i momenti tragici di sconforto, di disperazione, di pianto  ma anche di forza, costanza e unione  familiare. Corrado ed Elisabetta sono una coppia veramente speciale, assieme alla piccola donnina che è Noemi,  perchè hanno voluto sempre far sentire "normale" Emanuele, dall'affrontare i semplici compiti quotidiani come vestirsi e lavarsi da solo, a inserirlo in situazioni esterne non precludendo amicizie e frequentazioni scolastiche. Solo l'amore vero e incondizionato fa compiere questi atti di unici e speciali.
"A volte mi chiedo cosa ne sarà di lui quando noi non ci saremo più. Se sarà in grado di badare a se stesso oppure se riuscirà a incontrare una persona che lo ami come lo amiamo noi e ne avrà cura...io ho cercato di essere un buon padre per lui, ho cercato di fare del mio meglio.....Non desidero essere il suo punto di arrivo, ma quello di partenza, perché questa mia anima pura possa spiccare il volo verso nuovi  lidi, verso avventure e esperienze..."
Perseveranza e amore, costanza e impegno, dolcezza e determinazione sono elementi fondamentali per un ragazzo "fragile" ma dalla forza incredibile che lotta ogni giorno per stare alla pari e farsi accettare aspettando pazientemente che ci si accorga di lui.
In bocca al lupo cari amici.

Annalisa Andriani

sabato 18 aprile 2015

Intervista a Lorenzo Marone


Diventato celebre in brevissimo tempo grazie alla pubblicazione di La tentazione di essere felici, edito da Longanesi, Lorenzo Marone è sempre stato uno scrittore in animo e in hobby. Infatti  ha esercitato la professione di avvocato per dieci anni pur sentendo che non era quella sua strada. Continuando a scrivere racconti e tenendoli nel cassetto, un bel giorno ha trovato il coraggio di accettare una lavoro che gli permettesse di dedicarsi alla scrittura e lanciarsi a capofitto. Ha così inviato i suoi racconti e romanzi in giro per premi ed editori finché il successo è arrivato nel 2015 con la pubblicazione di La tentazione di essere felici e con una grande casa editrice come Longanesi.

Dopo aver letto e recensito il romanzo, Lorenzo Marone ha accolto con estrema disponibilità la mia richiesta ad intervistarlo ed eccovi come è andata.
Cesare Annunziata si definisce sin dalla copertina "Un vecchio egoista. Degli altri me ne frego". Secondo me la sua burberità è una maschera per non relazionarsi con gli altri e non svelarsi a suoi figli. Ritiene che un meccanismo di difesa simile sia adottata da molte persone per nascondere la propria vera natura e attraversare la vita senza scossoni? Quanto può giovare il nascondere se stessi agli altri?
Cesare si serve del suo cinismo e del carattere burbero come scudo per proteggersi dal dolore derivante dalla consapevolezza di aver gettato al vento gran parte della vita. Si tratta di un trucco usato da molti; siamo in tanti a sbagliare scelte, a rammaricarci degli anni sprecati, pochi di noi, però, hanno il coraggio di guardarsi indietro e ammettere di aver sbagliato, ancora meno sono quelli che trovano la forza di cambiare qualcosa della propria vita. Per cambiare occorre una bella dose di audacia
Prima di scegliere la via della scrittura lei ha svolto la professione di avvocato per ben 10 anni. Ha voluto cambiare rotta per cedere alla tentazione di essere felice e lasciare un lavoro che non sentiva  suo?
Ho impiegato dieci anni per prendere la decisione di abbandonare una strada che non sentivo mia. L'avrei potuto fare prima, ma non è semplice uscire dalla propria "zona di sicurezza", nella quale ci sentiamo protetti. In realtà si tratta di un'illusione che, però, ci porta a perdere molte occasioni che la vita offre. Se non avessi fatto quella scelta, forse oggi non sarei qui, a parlare del mio libro. 
Nel libro è narrata la storia di Emma molto toccante e con abilità di scrittura. Come mai ha voluto inserire il tema della violenza sulle donne?
Non volevo scrivere un romanzo sulla violenza sulle donne e, di fatto, questo non lo è. Mi serviva un evento drammatico, potente, che potesse svegliare il nostro Cesare, che lo costringesse a intervenire e a donarsi nuovamente agli altri e alla vita. 
Il suo modo di presentare la vicenda, l'immedesimarsi nei pensieri, negli atteggiamenti fisici ed emotivi di Emma fanno pensare che lei sia molto sensibile e documentato sul problema. Come ha fatto a pensare così al femminile?
Per parlare della violenza domestica mi sono, ovviamente, dovuto documentare. Ho letto molte testimonianze di donne maltrattate. Non ho trovato grandi difficoltà a immedesimarmi in Emma; credo di essere una persona sensibile, e la sensibilità ti permette di entrare più facilmente nelle vite e nelle emozioni altrui. 
Cosa spinge, secondo lei, un marito a tanta violenza verso la persona a cui dovrebbe volere più bene al mondo? Perché le donne sono oggetto di sfogo delle frustrazioni personali?
E' un discorso complesso e non ho la presunzione di spiegare dinamiche così profonde. Credo, in ogni caso, che questi uomini sappiano scegliere bene le loro vittime, donne alle quali non è mai stato insegnato ad amarsi, donne che hanno un trascorso di violenza, che non si stimano e quasi ritengono normale essere maltrattate.
Molto veritiero è il comportamento di Emma. La dicotomia tra il desiderio di essere salvata e il timore di denunciare il marito per paura di un esasperazione della violenza e mancata protezione è il leitmotiv della maggior parte di queste storie ormai quotidiane. Ritiene che ci sia ancora una lunga strada da percorrere per tutelare le vittime dei soprusi?
Credo che dovremmo e potremmo tutti quanti fare qualcosa in più, intervenire, "impicciarsi", come fa Cesare. Invece ancora tendiamo a credere che si tratti di questioni private da risolvere in famiglia. Pensiamo che sia scorretto intrufolarsi nelle vite altrui. E, invece, potremmo, forse, salvare qualche vita. 
La vicenda di Emma è l'unico motivo che spinge Cesare a impegnarsi per qualcuno attivamente e scuoterlo dal suo menefreghismo. In fondo anche lui ha un cuore buono?
Cesare Annunziata è un finto cinico, apparentemente egoista, ma, in realtà, è una persona profonda e sensibile, che si serve del suo cinismo e del carattere burbero come scudo per proteggersi dal dolore e dalla "fatica" del vivere. 
Ora le pongo la domanda d'obbligo finale. Esordire con una grande casa editrice come la Longanesi è un bell'impegno per il futuro perché la obbligherà a tenere alto il livello della sua produzione. Ha già pronto un nuovo romanzo? Dei rumors parlano di un sequel a La tentazione di essere felici. Corrisponde al vero?
Ho scritto un nuovo romanzo che parlerà di famiglia e non avrà un protagonista "vecchietto". Per quel che riguarda un sequel de La tentazione di essere felici, al momento non esiste, però non si sa mai, può darsi che in futuro il nostro vecchiaccio tornerà a far parlare di sé. 

Nel ringraziare l'autore Lorenzo Marone, ricordo che il romanzo è disponibile in tutte le librerie e in ebook su http://www.ibs.it/code/9788830440180/marone-lorenzo/tentazione-di-essere-felici.html

Potete continuare a seguire Lorenzo Marone nel suo tour di presentazione del libro e sul suo sito http://www.lorenzomarone.net/


 

martedì 7 aprile 2015

La tentazione di essere felici.....si può?

Mi ha incuriosito molto questo romanzo pubblicato dall'esordiente Lorenzo Marone. Certo che già pubblicare per una casa editrice come Longanesi non è proprio da esordiente...ma devo proprio riconoscere che il romanzo La tentazione di essere felici è davvero un ottimo libro.
La tentazione di essere felici
                                              ed Longanesi

Il protagonista è un uomo anziano di 77 anni che vista l'età ha deciso di dar libero sfogo a se stesso, di non curarsi più di compiacere la gente e di dire in faccia ciò che gli passa per la testa. E' scontroso e scorbutico, evita i condomini, non si vuole occupare del nipote né interessare alle vite dei figli, lo irritano le domande quotidiane del fruttivendolo tanto da  decidere di andare a far la spesa a più isolati di distanza per non far impicciare gli altri di sé. Lo irrita tutto a dire il vero. I vicini di casa sono un po' stravaganti ( Eleonora la gattara e l'amico rifugiato in casa Marino) però in realtà gli sono affezionati e anche lui a loro. I figli, Sveva e Dante sono lì che aspettano la sua approvazione da sempre ma per uno strano giro di cliché Casare Annunziata non riesce a dimostrare il suo amore e la sua capacità di comprenderli e così si feriscono costantemente l'un l'altro. Cesare sa da sempre che suo figlio è omosessuale e la cosa lo lascia indifferente però Dante impiega tantissimo tempo a svelarglielo e a presentargli il suo compagno perché teme il suo giudizio. Di Sveva, Cesare intuisce da subito la sua infelicità e insoddisfazione coniugale, perché lei, la sua figlia preferita, ha il suo stesso carattere e l'irascibilità è una difesa per loro e Cesare lo sa bene!
La vita di Cesare scorre quindi su un binario di apparente egoismo e cinismo,vorrebbe fare solo ciò che vuole ma in realtà si trova a riconoscere che egli è profondamente solo. Per uno strano caso del destino nell'appartamento accanto al suo si trasferisce Emma, una giovane donna sposata infelicemente. Vittima delle violenze del burbero marito (dall'aria elegantemente tranquilla quando è fuori casa!) Emma si rifugia proprio da lui, ed è l'unico a cui racconta di sé tanto da renderlo complice del silenzio e delle mancate denunce. Sarà proprio Emma a toccagli l'anima nel profondo. Quando pensi già di aver sofferto tanto....
Lorenzo Marone non presenta un uomo straordinario ma un uomo qualsiasi la cui schiettezza che alle volte sfocia in sadismo riporta esattamente a ciò che ognuno vorrebbe essere ma per educazione o convenzioni sociali non può. Cesare Annunziata è un po' tutti noi e ciò che vorremmo in cuor nostro alle volte fare. Un uomo che dietro l'apparenza del menefreghismo in realtà è pieno di rimpianti per una vita non vissuta, per una vita trascorsa senza intensità. Un burbero romantico e infelice.
Lorenzo Marone

La scrittura di Lorenzo Marone è profonda e completa. Delinea i personaggi schiettamente, ne trasferisce il carattere attraverso i dialoghi, le fattezze, i dettagli delle movenze e dell'abbigliamento. Tutti i protagonisti sono chiari fisicamente e stagliati dinanzi agli occhi del lettore. Inoltre Marone fa assaporare il profumo di Napoli, quegli usi del gran paesone partenopeo così denso di umanità, quei vicoli, i negozietti che poi hanno chiuso, la vita comune di ogni giorno.
Ma l'eleganza del romanzo consiste nel presentare con sapienza e tensione il tema della violenza sulle donne. E' una tematica a cui ci si è quasi assuefatti però infinitamente vicina. Le vittime si accusano di avere una parte di colpa dei soprusi che subiscono ma quando tocchi con mano quelle pagine che descrivono i vetri rotti, il viso massacrato, le fratture sparse e il respiro flebile non puoi che immaginarti quella scena drammatica, non puoi che pensare che poteva essere evitato e sentirti complice della copertura. Tensione vibrante e pelle d'oca assicurata.
Per essere  felici in fondo è giusto disinteressarsi di tutto? e cosa poi ci rende davvero felici? Apprezzare le piccole cose?
"Mi piace l'odore di limone che si attacca alle dita....mi piace il picchettio della grandine sui vetri, mi piace il sapore del caffè che scompare piano e quello della cioccolata fondente che sopraggiunge con un po' di ritardo".
La tentazione di essere felici è davvero un romanzo da leggere ricco di vivace e costante contemporaneità.
Il libro è edito da Longanesi ed in vendita su tutti gli store online e nelle librerie.
http://www.ibs.it/code/9788830440180/marone-lorenzo/tentazione-essere-felici.html