lunedì 29 febbraio 2016

Qualcosa da perdere


di  Davide Potente


Pubblicato nel 2015, Qualcosa da perdere del molfettese Davide Potente è un romanzo moderno. Lo scritto è stato segnalato dal Premio Calvino 2014 e pubblicato dalla casa editrice ExCogita.

La narrazione si svolge a Bologna, città adottiva del protagonista e dei suoi soci di vita, i coinquilini Giovanni e Valerio. Daniele Massa ha terminato brillantemente i suoi studi universitari. Appassionato della poesia inglese e di Yeats in particolare, Daniele vivacchia come può, accettando lavori poco culturalmente elevati, sufficienti a permettergli di mantenersi. Daniele, come Giovanni e Valerio, sono studenti fuori sede, o meglio ex studenti che prima o poi devono tornare nei loro paesi d'origine oppure "crescere" e maturare. Il loro lavori, con elle minuscola come dice Giovanni, sono temporanei, call-centre, scrivere pagine per siti web, con contratti inesistenti o capestro oppure notturni come Valerio, insomma tutto l'opposto di ciò che si aspettavano dopo la laurea. Diametralmente lontani.
"Avremmo dovuto mettere a ferro e fuoco l'intera nazione, vendicarci con ogni tipo di rappresaglia, anche la più vile, eppure eravamo troppo disillusi per tentare una reazione, scortati dalla lucida consapevolezza che le cose non sarebbero cambiate comunque".
E' questo il fulcro del romanzo. Sapere che la realtà è diversa dalle aspettative, prendere coscienza della difficoltà di trovare un lavoro confacente la propria preparazione e piegarsi per sottostare  ad un sistema che  si fonda sulla disillusione e sulla sconfitta.
I ragazzi, che vivono in una casa ricca di passaggi di precedenti studenti, che si arrangiano a recuperare una rete Wi-fi non protetta pur di scoccare la navigazione, che si sentono mal sopportati dal condominio e da alcuni condomini, si inventano un lavoretto tutto nuovo all'interno dell'università. Poco lecito ma terribilmente impegnativo. Finché tutto fila liscio.
"Dalla vita la nostra generazione non si aspettava più di tanto, talvolta proprio niente".
La disillusione, la perdita di obiettivi, di progetti ambiziosi sfociano irrimediabilmente nell'arte di arrangiarsi.

"Anni veloci, voci giovani e menti inascoltate, quando non derise e offese".

La critica
Il romanzo ha un taglio ironico e tagliente che permette all'autore di raccontare la  (sua?) vita da fuori sede dei nostri giovani universitari senza piagnucolare e metterla troppo sul tragico, offrendo però spunti di riflessione sulla situazione sociale attuale.
Nella mia città vi è da qualche tempo un nuovo grande call centre che sta offrendo sbocchi occupazionali a tanti giovani. Bene, durante la lettura del romanzo, io ho pensato spesso ai laureati che vengono richiesti dall'azienda. Si richiede una preparazione alta, però il lavoro spesso non corrisponde affatto alle aspettative del lavoratore e men che mai agli studi svolti. Conseguentemente, queste delusioni segnano profondamente il carattere e la voglia di emergere, di seguire i sogni che hanno portato alle scelte universitarie, ripiegando su situazioni di comodo.  Immancabilmente, a mio avviso, questo ricade su tutti i comportamenti civili e politici delle nuove generazioni.
La lezione finale la dà il professore del protagonista. Pazienza e perseveranza fanno ingoiare anche i bocconi più amari se lo scopo è il raggiungimento di un obiettivo. "Capisco le difficoltà che giovani come voi possono incontrare al giorno d'oggi, ma ogni generazione ha avuto i suoi problemi da affrontare. Non siete i primi e non sarete gli ultimi a trovarvi in questa situazione".
Auguro a Davide Potente di perseguire i suoi sogni di scrittore e di sceneggiatore, di raggiungere i suoi obiettivi  e di essere sempre sostenuto da persone e familiari che credono in lui! In bocca al lupo per il suo futuro.


Bio dell'autore
Davide Potente, classe '84, ha studiato comunicazione a Bari e cinema a Bologna , prima di
trasferirsi a Roma e Milano per lavorare in ambito culturale e pubblicitario. Tornato in Puglia,
lavora come sceneggiatore e copywriter. Insegna sceneggiatura all'Accademia del Cinema di Bari.
Ha pubblicato il romanzo Teoria del Risveglio (Arduino Sacco Editore, 2011) e vinto alcuni premi
letterari per racconti e sceneggiature.




lunedì 22 febbraio 2016

La vita segreta e la strana morte della signorina Milne


Di Andrew Nicoll

Edizioni Sonzogno

 In uscita il prossimo 25 febbraio, il romanzo è un bel giallo classico della più tradizionale scrittura inglese.

Sin dalle prime pagine ci si ritrova nella Scozia dei primi del '900,in un paesino costiero Broughty Ferry, nei pressi di Dundee. Un paesino che si anima principalmente d'estate in cui tutti si conoscono e la vita scorre tra tazze di thè e semplici conversazioni.
Un giorno Jean Milne, una matura zitella che vive sola in una villa lussuosa viene ritrovata morta e assassinata brutalmente in casa sua. Pur considerata un po' eccentrica ma sempre rispettabile, nessuno osa immaginare le motivazioni di un tale gesto.
La polizia del posto comincia le sue indagini, semplicistiche ma puntuali. Vengono interrogati i vicini, tutti signori di buon livello sociale che in realtà non stanno nella pelle per un evento simile.
Certo la signora "spiccava un po'. Si agghindava sempre con degli indumenti troppo giovanili. E per nulla adeguati alla stagione. Colori troppo chiari. Un po' puerili quasi fosse una ragazzina."
Le indagini finiscono subito in un cul de sac, poichè nessuno riesce a dare informazioni dettagliate e viene inviato da Glasgow un ispettore noto per aver risolto altri casi di omicidio.
L'ispettore Trench viene affiancato dal sergente Fraser della polizia locale. Insieme cominciano le indagini cercando nelle pieghe della società, interrogando non chi guarda da dietro tendine ricamate in pizzo, ma chi si sveglia all'alba, chi attraversa il paese di notte, chi lavora per le strade o usa i mezzi pubblici.
E' la gente umile quella che ha più occhi e che vive davvero la città. I signori e le signore importanti si alzano quando il sole è già alto e non si chiedono quando i camini sono stati accesi, o chi ha provveduto a portare il pane fresco in tavola per la colazione, o chi ha lucidato le loro scarpe già di buon mattino.  "Loro a noi non ci vedono mai, ma noi vediamo loro".

E così l'indagine prende corpo.
La storia è raccontata in prima persona dal sergente e ci immerge totalmente in quest'epoca georgiana, in cui si mantengono ancora le tradizioni inglesi ma con nuove  modernità che iniziano ad affacciarsi. E' bello leggere del primo uso del telefono, della sua poca diffusione, (alla stazione di polizia e in qualche rara abitazione), la necessità di telegrafare, l'accensione dei lumi a gas in città e in casa, il tranvai come mezzo di trasporto e altre piccole cose a noi ormai lontane.
La coscienza cittadina collettiva porta a dedurre che l'autore dell'efferato omicidio è un "forestiero" perché "mai nessun britannico sano di mente può aver fatto questo. Un assassinio di questa crudeltà può essere stato commesso soltanto da un maniaco o un forestiero".

L'indagine quindi si complica, portando il commissario capo Sempill, l'ispettore Trench e il sergente a scandagliare la vita di questa signorina un po' avanti negli anni, dall'aria rispettabilissima, che però non aveva domestici e la cui casa cadeva in declino e rovina sempre di più e soprattutto tanto amante dei viaggi. Perchè la cara signorina Milne si dirigeva spesso a Londra? Perchè mancava da casa così tanto a lungo? Chi amava incontrare e perchè una donna di tanto livello sociale non aveva un uomo accanto a se'? Qual era la sua vera vita segreta?
Le indagini portano la polizia a recarsi a Londra, ma anche  ad Anversa, Liverpool per inseguire un sospettato e verificare i suoi alibi. Situazioni complicate e travagliate visto che affrontare tali viaggi all'epoca era lungo e disagevole.
Il caso della signorina Milne sarà risolto? Questo forestiero è il vero responsabile? O un altro uomo con il quale è stata vista in giro la donna?

 Ho trovato molto piacevole la lettura di questo romanzo, dalla scrittura semplice e lineare in pieno stile inglese di Agatha Christie memoria. Arrivare in fondo alle pagine e scoprire poi il colpo di scena ad effetto è un merito in più che va al romanzo.
Inoltre, nelle note finali dell'autore si scopre che la storia è davvero accaduta,"tutti coloro che sono nominati in questa storia sono esistiti, e quasi tutti i luoghi menzionati  esistono ancora oggi. Tutte le prove, le circostanze, le deposizioni dei testimoni  sono negli schedari della polizia...".
Questo appunto dell'autore ha avvolto ancor più la storia nel mistero confermando però l'attendibilità realista che si avverte durante la lettura.
E' un romanzo che consiglio agli amanti del giallo puro e del mistery inglese, a chi appassionato dei romanzi di Agatha Christie come me, voglia ritrovare quelle atmosfere di ingenuità e semplicità della brughiera.

Ringrazio la casa editrice Sonzogno  per la lettura in anteprima del romanzo e annotatevi bene il titolo!


lunedì 15 febbraio 2016

La notte che ho dipinto il cielo


di Estelle Laure

"Non ho mai pensato che le cose potessero cambiare. Non sapevo ancora che tutto cambia, sempre. E' una legge dell'universo. Vorrei che qualcuno me l'avesse detto".



Lucille ha quasi 18 anni e la sua vita cambia di punto in bianco in un giorno di ottobre quando sua madre decide di andare via per un po' "con una sola valigia  e una borsa per il computer per raccogliere le idee e che sarebbe tornata presto".
Può una ragazza già abbandonata dal padre provvedere a se' a a sua sorella di dieci anni? Quanto viene sconvolta la vita di Lucille e Wren? Come si può essere  catapultati in una vita da adulti così all'improvviso? Lucille, che dovrebbe solo pensare a studiare, a frequentare le amiche, gli amori e la passione per la pittura, si ritrova a centellinare i pochi dollari lasciati dalla madre per pagare bollette, fare la spesa, cucinare, comprare abiti nuovi per Wrenny e fare i salti mortali anche per studiare e nascondere agli insegnanti la sua situazione. Lucille infatti teme di essere scoperta dai servizi sociali e che separino lei da Wrenny che già sta soffrendo tanto dopo che il padre è andato via. "Sembra una vita fa, quando avevo ancora i miei genitori e non sapevo come tutto può finire in un attimo. Credevo ancora che bastasse una famiglia, qualche vestito, un'amica del cuore e una sorella a volte rompiscatole per vivere giorno dopo giorno fino a diventare grandi, e allora capire il mondo".
E' una situazione temporanea ma che si trascina per mesi. Ciò che fa soffrire le due ragazze è il silenzio totale della madre. Nessuna telefonata, nessun messaggio. Ogni giorno la loro speranza viene annientata dal silenzio. Come si può abbandonare due bambine così all'improvviso? Con che cuore una madre, seppur sconvolta dalla fine del matrimonio, lascia due ragazzine in balia di loro stesse? Cosa la porta a pensare che sia una scelta logica e che loro riescano a farcela?
La storia è intrisa di amore. L'abbandono fa scaturire in Lucille una forte responsabilità nei confronti di Wren. Non solo cerca di assolvere a tutto il necessario ma si prodiga nel non farle pesare l'assenza, caricandosi un peso enorme. La piccola poi, pur soffrendo e intuendo quanto accaduto, continua a sperare nel ritorno della madre e con la sincerità che è tipica dei bambini affronta il problema con l'insegnante e la psicologa della scuola.
L'amore tra le due sorelle, che dormiranno insieme nel  letto matrimoniale per sopravvivere alla tristezza, è circondato anche dalla forte amicizia tra Lucille e Eden, sua più grande amica sin dall'infanzia. L'unione delle due ragazze dà supporto a questa triste vicenda, rincuora, sostiene Lucille aiutandola anche nelle serate in cui lei è costretta a trovarsi un lavoro pur di sopravvivere.
Ma nel momento più pesante, più angoscioso della storia, Lucille conosce il suo primo e grande amore. E' lì accanto a lei da sempre, ad un soffio, presente dall'inizio con un fare silenzioso e gentile. Digby il fratello gemello di  Eden, già fidanzato con Elaine ma che teneramente si avvicina a Lucille.
"Una giornata perfetta è proprio quello che mi ci voleva e tu me l'hai regalata. Mi hai detto che ho delle orecchie pericolose. Mi hai comprato un panino. Mi hai chiesto come stavo. Mi hai sfiorato di nuovo il braccio, e per tre minuti ho pensato che fossi innamorato di me".
Dolcemente la storia prende corpo e vita in un momento del  romanzo di cui non vi svelo nulla perché lì davvero vi commuoverete. Tanto amore si respira in questo romanzo per Young Adult in cui senza derisione gli adolescenti sono protagonisti, con i loro affanni, le insicurezze ma la tenacia e la semplicità dell'età.
Non avevo mai letto di recente romanzi YA, (Young Adult)  restando indietro più che altro a quelli storici come Dickens fino a Salinger. Sono rimasta piacevolmente attratta da ogni pagina, entrando nella vita delle due ragazze, sperando fino all'ultima pagina del ritorno della madre, soffrendo con loro per le delusioni ma anche gioendo delle sorprese che i vicini riescono a fare. Lucille cresce rapidamente in questi mesi, la sua maturità è accresciuta dalla responsabilità di gestire la casa e sua sorella e lei ne è consapevole indossando gli abiti della mamma ma quando diventa consapevole della sua autonomia e sicurezza, Lucille ritorna ad indossare le sue tute che non serviranno più a nascondersi ma a darle sicurezza.
In uscita il 16 febbraio per la De Agostini, il romanzo si preannuncia di successo e mi sento di consigliarne la lettura ad adolescenti e genitori curiosi. Ringrazio la casa editrice per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima questo piacevole romanzo.
L'autrice è stata davvero geniale ad entrare nella mente e soprattutto nel linguaggio degli adolescenti. Il romanzo è davvero ben scritto, con dialoghi veritieri corrispondenti al linguaggio dei ragazzi, descrizioni precise, emozioni turbinanti che escono dalla pagina e ti tengono legata fino all'ultima riga. Con uno stile semplice ed immediato Estelle Laure arriverà di sicuro al cuore di tanti lettori offrendo spunti di riflessione sui sentimenti forti e sull'importanza di custodire e apprezzare a lungo ciò che si ha perché l'innocenza può passare molto in fretta ma ascoltare il proprio cuore è la vera forza.
"Non andartene docile in quella notte buona. Infuriati, infuriati contro il morire della luce".