venerdì 29 luglio 2016

Nomi di donna

di Gianluca Pirozzi


"Ognuno ha tanta storia, tante facce nella memoria...", così recitava una canzone che mi è tornata in mente durante la lettura di questo libro. Nomi di donna è una serie di racconti più o meno brevi con protagoniste femminili. Una carrellata di personaggi diversi con in comune storie da raccontare. Pubblicato per L'Erudita, marchio di Giulio Perrone Editore, Nomi di donna ci porta in tante vite diverse, quasi raccolte come esperienze di viaggio e di vita.


Incontriamo la storia di Nadia, una semplice e perfetta cameriera d'hotel che alla fine cede al desiderio di svolta e di cambiamento. Poi c'è Clara o semplicemente Claretta la cui vita è incentrata sulla felicità "delle piccole cose" e sulla sua arte sartoriale. Nella carrellata non possono mancare le donne vittime di violenza incrociando così la vita di Agata, la cui fine è narrata dal marito uxoricida o la storia di Aristea la prostituta, la cui fine segnata da un destino ineluttabile.
E poi, non svelando le altre protagoniste, i volti sono tanti e diversi ma alla fine anche collegati fra loro.

La critica
Con Nomi di donna Gianluca Pirozzi è alla sua  terza raccolta di racconti, dopo Storie liquide, Nell’altro. I  racconti sono tredici come le tredici donne di cui narra, provenienti da estrazione sociale e culturale differenti, da città e ambientazioni diverse. Tutti i  racconti hanno un valore aggiunto che si compone di disegni di Clara Garesio, che conferiscono al libro un quid artistico pregevole.
Di ogni donna raccontata rimane qualcosa nel cuore del lettore perché ne segna il dramma e il dolore. Pirozzi non tralascia neppure le storie di migrazione e di affermazione di un'identità sessuale diversa.
I racconti possono essere definiti contemporanei per i temi trattati e anche per il linguaggio semplice e scorrevole.
Da lettrice appassionata posso esprimere come un'unica perplessità la poca presenza di dialoghi che alle volte non permette al lettore di entrare davvero nel personaggio e di vederselo vivo davanti a sé con  le parole a sé consone, con i toni adatti al momento, con l'ira o la passione, ma lo si guarda da spettatore in vetrina. In ogni caso, auguro all'autore una splendida carriera in questo campo tanto difficile quanto amato.

Annalisa

Un'estate magica


di Corina Bomann


Pubblicato per Giunti editore, Un'estate magica è un altro romanzo d'amore scritto dall'autrice tedesca Corina Bomann. Un libro fiabesco e dalla semplice lettura con due storie d'amore vissute da due donne di età diverse, Larissa e Wiebke.

La trama
Nella campagna tedesca, Larissa vive sola con i suoi quarant'anni in una splendida fattoria nei pressi di un paesino e di un lago magnifico. La sua è stata una scelta di vita drastica dopo che ha perso il suo compagno in un incidente stradale e ha messo in discussione tutta la sua vita precedente. Causa anche una feroce lite con la sorella, Larissa ha tagliato tutti i ponti con il passato dedicandosi alla fattoria, alla coltivazione e vendita di more e alla sua passione artistica di decorare scarpe da sposa. Con questi piccoli impegni e con la vita pacifica della campagna, Larissa trascorre serenamente la sua vita finche non giunge improvviso un uragano. Un giorno si presenta alla porta senza preavviso sua nipote Wiebke, figlia proprio della sorella dimenticata. La ragazza chiede ospitalità per l'estate poichè non ha superato un esame all'università, è in crisi sugli studi e ha anche lasciato il suo ragazzo a Berlino. Le due donne imparano pian piano a conoscersi, aiutate dal buonumore e dal relax che la campagna trasmette. La loro vita insieme diventa piacevole ed amichevole sostenendosi nelle difficoltà e nei dubbi delle scelte. Il caso vuole che questa diventi proprio un'estate magica poichè anche la vita sentimentale delle due donne ha una bella svolta. Larissa incontra un uomo favoloso già dall'aspetto incantevole che decide proprio di trasferirsi da quelle parti mentre Wiebke intreccia una bella storia d'amore con un simpatico ragazzo del luogo.

La critica
Il romanzo è molto semplice e scorrevole. Ricalca tutti i clichè delle storie d'amore sognanti, dall'uomo elegante e incantevole che fa innamorare al primo sguardo, alla trasformazione della donna semi-zitella in principessa. La lettura è facile e veloce, rilassante al punto giusto e per le amanti della chick-lit, letteratura rosa, è proprio il  libro giusto. Devo rimarcare che rispetto ai romanzi precedenti della Bomann, tutti con un certo sfondo storico o con belle storie d'amarcord, questo è più semplicistico e scontato come un film d'amore che spesso danno al pomeriggio in tv. La descrizione della campagna è piacevole e ispirata, quasi pubblicitaria, rimarcando la necessità di abbandonare la vita frenetica cittadina per godersi appieno del ritmo più lento e tranquillo che il piccolo centro racchiude.
Buon relax con Un'estate magica
Annalisa
Ringrazio Giunti editore per la copia e la disponibilità

domenica 24 luglio 2016

Ricordati di sperare




di
Rachel Van Dyken


Tenero e profondo, romantico e sorprendente, questo episodio inedito della serie Ruin racconta una storia d'amore e di riscatto,


ricordandoci che bisogna sempre sfruttare al massimo ogni occasione che la vita ci offre



Per molti mesi, ho pensato di non avere più niente da perdere. Sapevo che il mio tempo era quasi finito, ma non m'importava. Poi però ho conosciuto Kiersten. Lei è la mia anima gemella, è il sole che ha sciolto il ghiaccio che mi portavo dentro. Grazie a lei ho ritrovato la forza di combattere contro la malattia che mi stava divorando, ho ritrovato la gioia di vivere.

Eppure, perfino adesso che sono guarito, mi è rimasta la consapevolezza che non si dovrebbe mai dare per scontato il futuro, che si deve affrontare ogni giorno come se fosse l'ultimo. Ecco perché ho deciso di rischiare tutto e di fare una cosa folle, assurda. Una cosa che farebbe solo un uomo perdutamente innamorato. Spero solo che lei mi dica di sì…



Potete acquistarlo qui: http://amzn.to/2abas3A


venerdì 15 luglio 2016

Il metodo della fenice


di Antonio Fusco, Giunti editore

La terza indagine del commissario Casabona rivela più intrigante delle precedenti. Siamo sempre in Toscana, a Valdenza e il commissario si imbatte subito in un caso di omicidio. Viene ritrovata morta una ragazza ucraina e, stranamente, in breve tempo si ritrova anche l'assassino. Ci sono sempre tanti moventi per gli omicidi ma il più feroce è l'odio che "è spesso il rantolo velenoso di un amore ferito, oppure l'urlo di rabbia di un desiderio selvaggio e inappagato. L'amore è l'origine di ogni tragedia, l'ingrediente essenziale del bene e del male".


Il male si estende e diffonde in maniera subdola, serpeggia in molti animi costringendo le persone coinvolte a compiere azioni al di fuori di ogni logica.
Al commissario questa soluzione troppo semplice del delitto non basta. Gli sembra un finale così scontato da essere preparato ad hoc per accontentare la polizia e far smettere le indagini. Inizia così un'indagine parallela sulla vita dell'omicida e scava nelle sue relazioni personali e lavorative. Il pool della polizia si addentra così nella vita di una provincia fiorentina apparentemente perbene che cela tradimenti,  omissioni, torbidi legami tra gente altolocata e coperture politiche. L'apparenza è l'unica verità a cui si votano i protagonisti della storia. Occorre mantenere salva la propria posizione, l'immagine che si dà di se' celando squallide trame e posti impensabili. Il commissario si ritrova così in una indagine ben più ampia delle aspettative che torna anche nel passato scoprendo legami impensabili tra omicidi apparentemente lontani.
Recensire un noir è sempre difficile perchè bisogna suscitare curiosità e non svelare nulla della trama, soprattutto se ben articolata e intrigante. Per cui non aggiungo nulla a ciò che vi ho già raccontato, invitandovi ad acquistare e leggere il romanzo. 
Antonio Fusco si conferma un ottimo scrittore, alla sua terza pubblicazione con Giunti dopo Ogni giorno ha il suo male e  La pietà dell'acqua. Vincitore di diversi premi letterari, Antonio Fusco riversa nella sua scrittura la sua approfondita conoscenza della materia poichè egli è Funzionario di Polizia come Vice Questore Aggiunto e Criminologo forense. Pertanto il commissario Casabona è raccontato "dall'interno" aggiungendo dettagli, humors e comportamenti della vita di polizia che solo chi li vive può conoscere bene.  La scrittura è rapida e efficace, sintetica al punto giusto così da tendere sempre la corda della suspence, eliminando fronzoli che distrarrebbero dalla trama. Al tempo stesso Antonio Fusco delinea bene ogni protagonista, dai colleghi e sottoposti del commissario, alle persone coinvolte nella vicenda, non tralasciando l'atteggiamento simpatico del popolino napoletano "anche se non si trattava di un arresto odi una perquisizione, la teatralità che regnava in quell'ambiente doveva trovare comunque il modo di esprimersi. Così ebbe inizio la solita sceneggiata delle donne che serviva per dare il tempo al ricercato di vestirsi e cercare di lasciare l'appartamento". In tal modo la vicenda è vissuta non da spettatore ma da protagonista compartecipante all'azione di indagine e di svolta. L'umanità del commissario spicca sempre durante le indagini con le sue umane incertezze, reazioni esasperate sottese sempre da brevi ma profonde riflessioni sulla dicotomia tra bene e male. L'essere umano è capace di instaurare una catena d'odio mossa da interessi personali, perfettamente celati e di perpetrare azioni violente e demoniache a carico di altri, soprattutto indifesi moralmente e bambini.
Il metodo della fenice ci porta nella spirale di odio che fa morire e risorgere l'uomo durante la propria vita. Come, secondo il mito, una fenice rinasce dalle proprie ceneri, il metodo della fenice intende il momento di rinascita dopo un periodo difficile della propria vita. Sta all'individuo però decidere se abbandonare i comportamenti d'odio o continuare a produrli altrove e in altre vesti.

Annalisa
Ringrazio Giunti per la copia e disponibilità

lunedì 4 luglio 2016

La metà del cuore


di Viola Shipman, edizioni Giunti



Il 4 luglio è una data importantissima in America e lo è anche per Lolly, la protagonista del romanzo La metà del cuore, tradotto in italiano da Roberta Zuppet e pubblicato qualche mese fa da Giunti editore. Il  romanzo appartiene al genere sentimentale e narra la storia di famiglia di tre donne: nonna, figlia, nipote. Lolly è l'anziana protagonista che nata il 4 luglio, giorno dell'Indipendenza, ha sempre festeggiato il suo compleanno sul pontile del lago Michigan godendosi i fuochi d'artificio. La sua vita si è svolta sempre a Scoops un paesello nei pressi del lago che si anima esclusivamente d'estate durante la stagione turistica. Naturalmente la figlia Arden sin da piccola odia quel posto, ne ridicolizza le mentalità chiuse degli abitanti, non sopporta il cottage in riva al lago in cui abita e non vede l'ora di fuggire via. Arden ambisce alla grande città e per l'università si trasferisce a Chicago dove tutto è immenso, dove nessuno giudica e commenta il tuo modo di essere o la tua famiglia. A questo si aggiunge che Lolly come lavoro fa degli spettacoli culinari in una gelateria abbigliandosi in modo stravagante. Arden per contrapposizione adotta un abbigliamento anonimo, nascondendo ogni sua fattezza anche dietro occhiali spessi, e assumendo un atteggiamento molto serioso e severo prendendo fortemente le distanze da sua madre. A Chicago Arden fa un ottima carriera lavorativa, entra nel jet-set essendo editor di una rivista di gossip, e sposa anche un uomo ambizioso. Peccato però che con gli anni l'ambizione sua e di suo marito non confluisce in un bel rapporto amoroso e così incontriamo Arden divorziata, subissata di lavoro, litigiosa col marito sugli alimenti e con una figlia, Lauren, da mantenere al college.
La nonna Lolly ha la tradizione di collezionare ciondoli che aggiunge ad un braccialetto che indossa da sempre. Ogni ciondolo ha un significato particolare ed è legato ad un momento della sua vita. Lolly ama anche regalare questi ciondoli alla figlia e alla nipote e così, all'ennesimo regalo inviato alle due giovani donne, Lolly esprime il forte desiderio di rivederle e le donne anche se un po' forzate fanno un lungo viaggio per raggiungere la madre/nonna.

Il legame fortissimo tra le protagoniste viene rinnovato con la loro visita e il benessere che la vita rilassata sul lago riesce a regalare diventa un motivo di cambiamento. I caratteri delle donne subiscono una trasformazione, Lolly, il lago, le nuove amicizie riescono a far tornare i bei sentimenti e la felicità nei loro cuori e nel loro comportamento. Ciò che Arden ha sempre odiato viene ora rivisto con occhi diversi, molto più disponibili verso sua madre grazie anche alle storie che lei racconta del suo passato e della sua famiglia, dagli sforzi fatti per crescere sua figlia in vedovanza sempre con ottimismo e serenità. La nipote Lauren riesce a conoscere una nonna nella sua completezza e non attraverso i ferali commenti di sua madre, apprezza tutto di lei e del posto in cui vive, riuscendo anche a trovare una sua strada di vita.

La critica

Il romanzo scorre molto velocemente coinvolgendoti nella storia della famiglia. Ogni capitolo in realtà descrive uno dei ciondoli e del significato affettivo e di vita. Il romanzo è un inno alla vita e alla famiglia nel suo significato più profondo. L'esperienza dell'anziana Lolly e dei suoi racconti serve a ricondurre la vita delle due donne sul giusto binario. La loro esistenza stava diventando un inseguimento freddo del successo e dell'ambizione perdendo divista i sentimenti più profondi e la gioia anche delle piccole cose.
"...si può pianificare la propria esistenza finché si vuole, ma non controllarla. Bisogna buttarsi a capofitto, attraversare gioie e dolori...bisogna vivere...e poi dividere quelle storie con le persone care prima che sia troppo tardi".

Alle volte si pensa che le persone a cui si tiene siano eterne su questa terra e che non occorra dimostrare affetto e gratitudine, pentendosene amaramente quando è troppo tardi. In questo romanzo, molto autobiografico per l'autrice, (ella usa il nome della nonna proprio come pseudonimo e attinge alle storie da lei raccontate) il punto focale è proprio l'amore filiale e l'attenzione agli altri, il mettersi in ascolto e l'importanza del raccontarsi. Forse in alcuni tratti è un po' portato per le lunghe ma di sicuro è una bella lettura. Consigliato!

Annalisa
Ringrazio Giunti editore per la copia e la disponibilità costante.