lunedì 23 maggio 2016

La vita a rovescio

di Simona Baldelli, Giunti editore


E' stato presentato il 18 maggio 2016 presso la Libreria Il Ghigno di Molfetta (Ba) il nuovo romanzo di Simona Baldelli. Un posto sommerso di libri, posti con ordine ma non freddamente catalogati, edizioni nuove si affiancano a classici d'autore, infanzia e saggistica si contrappongono solennemente.

Già conosciuta come attrice, sceneggiatrice e autrice Simona Baldelli si conferma una grande scrittrice nel panorama italiano, ma anche internazionale. Infatti il suo primo romanzo Evelina e le fate finalista al Premio Calvino è stato venduto per la traduzione anche in Spagna.

Ho conosciuto l'autrice due anni fa in occasione della presentazione del romanzo Il tempo bambino, in cui seguendo il filo rosso del tema dell'infanzia violata e negata, ho diretto l'Orchestra Giovanile "Gabriella Cipriani" composta da giovanissimi musicisti bambini. Con trepidante attesa ho accolto il nuovo romanzo La vita a rovescio che introduce una storia vera accaduta nel 1735 e romanzata sapientemente.

La trama
Caterina Vizzani è una popolana, figlia di un legnaiolo, ragazza bruttina per giunta sfigurata dal vaiolo, comincia a dodici anni ad avere i primi turbamenti sessuali. E' una ragazza sveglia, sa scrivere e far di conto e aiuta il padre a rendicontare il lavoro. Questa intraprendenza però non è certamente vista di buon occhio dal vicinato, dal parroco, dalle altre donne che non la valutano certo come donna da marito. Troppo sfrontata, troppo sicura e con un comportamento che non sia addice al ruolo di moglie. Caterina, per assecondare i desideri della madre e del parroco, comincia a frequentare un corso di cucito e ricamo, più consono ad una ragazza piuttosto di una bottega impolverata.
In queste réunion Caterina conosce Margherita, eterea e fragile, figlia di un notissimo avvocato romano legato alla Santa Sede con la quale diventa subito complice. Ma tra le due ragazze non è semplice amicizia; leggendo le avventure di Fiordispina e Bradamante dell' Orlando furioso, scoprono la loro vera natura ed essenza, il loro amore si palesa e dichiara. Dopo qualche momento di euforia e sotterfugi, le ragazze sono scoperte dalla madre di Margherita che minaccia di morte e stregoneria Caterina.

Siamo sempre nel '700, e seppur i genitori di Caterina hanno capito la sua indole e l'accettano pur mettendola in guardia sulla sua spregiudicatezza, la ragazza è costretta a fuggire. Dopo vari nascondigli, in una bettola con una prostituta, Caterina scopre di essere invasa dai pidocchi e come extrema ratio si rasa i capelli. Improvvisamente si scopre uomo, anche piacente e con questo travestimento comincia la sua nuova vita. La svolta è avventurosa e in salita. In otto anni, Giovanni Bordoni, il nuovo nome di Caterina, da stalliere diventa fiduciario di un signorotto gestendo terre e uomini. Una frase ricorre a leit-motiv nel romanzo "gli uomini sono i padroni del mondo". Essi ragionano di politica, di economia, di religione. E di sesso. Essi prendono ciò che vogliono e quando lo desiderano. Non c'è posto per le donne nel mondo, tanto più per le donne a rovescio. Per tutta la vita Giovanni conduce una vita alterata, nell'abbigliamento, nel comportamento e nei desideri. Egli riesce però ad entrare in profonda confidenza con tutte le donne perchè la sua femminilità gli permette di giungere al cuore, di approfondire i pensieri e comprendere le isterie femminili e i desiderata. Le donne lo/la cercano, anche quando scoprono la sua vera natura, anzi ne apprezzano i modi, il piacere e le attenzioni che invece un uomo non sa assecondare.
La critica
Anche questo romanzo pone, secondo me, Simona Baldelli nell'Olimpo della narrativa italiana. Stavolta l'autrice presenta un vero romanzo storico.  La storia di Caterina è realmente esistita ed è stata posta in un volumetto saggistico da Marzio Barbagli Storia di Caterina che per ott'anni vestì da uomo (Il Mulino).

Ma l'abilità di Simona è proprio quella di rendere una storia un romanzo.
La lettura è densa e affascinante. Ne La vita a rovescio non c'è solo la storia di Caterina, ma c'è tutta la società dell'epoca. Il Settecento è vissuto e narrato in ogni suo aspetto. La Roma Papalina è descritta non come in un libro di storia ma attraverso la vita, le idee, i timori, le credenze e le superstizioni della gente comune. Nel romanzo si incontrano personaggi realmente esistiti come il cantante compositore Nicolò Porpora e il suo allievo prediletto, il castrato Porporino.  Il tema è spunto per riflettere sulla scelta tribale di evirare i giovani cantanti piuttosto che far cantare le donne.
Nella lettura, sempre ricca di avvenimenti, ci sono momenti di simpatica ilarità, soprattutto nei passaggi legati all'abbigliamento e alle acconciature delle nobili dame, cosi ricche di capelli posticci ed essenze utili a catturare tutti gli insetti possibili che abitano il corpo, visto che tra le superstizioni c'era proprio quella di non usare l'acqua perchè portatrice di malattie!!!

Tutti i protagonisti principali e secondari sono abilmente non descritti ma veri. Essi escono dalla pagina e ti accompagnano nella lettura. Io ho avuto la sensazione così viva di vedermeli dinanzi agli occhi sempre. Saper scrivere non vuol dire descrivere i loro comportamenti o emozioni, ma farli mettere in azione, far esternare i moti consoni a quello stato d'animo. Come ha ribadito Simona Baldelli durante la presentazione, prendendo dal teatro: Show,  dont' tell.
C'è da confermare che anche stavolta Simona Baldelli usa la scrittura a scopo "sociale". Un vero scrittore deve lasciare il lettore con qualcosa in più, con dubbi pressanti e la giusta dose di rabbia verso la storia e verso il mondo cui si riferisce.
La vera parità femminista così tanto conquistata sta cedendo il passo, l'atteggiamento sessista è sempre vivo in molti ambienti lavorativi oltre che nei media. A questo si aggiunge il perno della storia, cioè la libertà di amare chi si desidera, l'omoaffettività ancora lontana.
Nel libro ho trovato una frase che davvero ho fatto mia visto e che riassume anche mie situazioni lavorative:
"Sapete cosa impedisce ad una donna di avere lo stesso potere di un maschio?
Un'altra donna. Le nostre armi migliori le usiamo per combatterci, quando basterebbe liberarci di un solo uomo per capovolgere le regole. E così...noi ci facciamo la guerra e loro vincono la battaglia".



Ringrazio Giunti editore per la copia e la disponibilità
Annalisa Andriani






Nessun commento:

Posta un commento